Ricordare Papa Francesco a scuola. Riflettere una volta di più sui temi della misericordia, della fraternità e della cura, così cari al suo insegnamento

Succede spesso che proprio la dimensione religiosa e più in generale quella spirituale vengano sottovalutate se non ignorate nel quotidiano di molti

Ricordare Papa Francesco a scuola. Riflettere una volta di più sui temi della misericordia, della fraternità e della cura, così cari al suo inseg...

“Un minuto di silenzio e di raccoglimento”. Questo l’invito alle scuole (e agli uffici pubblici) per ricordare Papa Francesco.

L’invito è venuto da una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito e valeva per la giornata di sabato 26, in concomitanza con i funerali del Papa o per “il primo giorno di riapertura della scuola” (lunedì 28 aprile) dopo la grande celebrazione. Questo perché il 26 per molti istituti era giornata di “ponte”, dopo il 25 aprile.

L’osservanza del minuto di silenzio, alle 10 del mattino, coinvolge naturalmente personale scolastico e allievi e vale la pena di fare qualche riflessione sul significato di una simile iniziativa.

Ricordare un Papa a scuola – anche in altro momento rispetto al minuto di silenzio raccomandato – può essere anzitutto l’occasione di focalizzare l’attenzione su una realtà importante per tutte le persone: la realtà della Chiesa cattolica in particolare – così presente nella nostra società e nel mondo intero – ma più ancora la dimensione spirituale che attraversa l’esistenza delle donne e degli uomini di ogni tempo. Indipendentemente dalle fedi di ciascuno.

Sostare a riflettere per un minuto – e magari dedicare tempo e spazio all’approfondimento e alla conoscenza, come pertiene propriamente al mondo scolastico – può diventare un’occasione formativa che ben si inserisce nelle finalità della scuola, la quale mira alla crescita piena dell’uomo e del cittadino, a promuovere la sua capacità di inserirsi da protagonista nel mondo che lo circonda. Succede spesso che proprio la dimensione religiosa e più in generale quella spirituale vengano sottovalutate se non ignorate nel quotidiano di molti: anche solo ricordando il Papa appena morto, la scuola – che pure prevede nel curricolo un insegnamento specifico ben strutturato sui temi religiosi – può aiutare a “riconquistare” un più di attenzione su questioni che restano importanti.

Ricordare Papa Francesco, poi, vuol dire anche rilanciare l’immagine di un uomo che ha creduto fermamente nella scuola e nell’educazione, intesa come compito umano fondamentale e cooperativo. Educare – spiegava – è un atto d’amore. E della scuola ha parlato spesso, così come spesso ha indicato la necessità che gli sforzi educativi siano sostenuti da una comunità intera, che collabora e agisce insieme per il bene dei più giovani. Si ricorderà, ad esempio, il racconto fatto da Francesco su un episodio della sua vita di bambino: “Una volta ho detto una parolaccia, avevo 9 anni, alla maestra che chiamò mamma: mi chiamarono dopo avere parlato e la mamma mi disse: ‘chiedi scusa alla maestra’ e io me ne andai felice perché pensai che era stato facile. Ma non era vero. Quando sono arrivato a casa ho avuto il secondo atto. Oggi è a rovescio, sono i genitori che vanno a lamentarsi, è terribile!”.

Parole semplici ma efficaci per disegnare la necessità di una sinergia tra scuola e famiglia, tra la maestra e la mamma.

Ricordare Papa Francesco a scuola, infine, vuol dire anche riflettere una volta di più sui temi della misericordia, della fraternità e della cura, così cari al suo insegnamento. Ci sono, qui, alcune regole basilari del mondo scolastico, che coinvolgono gli adulti come i più piccoli: lo sguardo che non giudica ma accoglie, il rispetto e la simpatia come atteggiamenti motivati dall’essere tutti parte dello stesso destino e alla pari, la dedizione e la capacità di condividere, di spendersi per gli altri.

Un ricordo pensato così può essere davvero un modo di dire grazie.

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Fonte: Sir