Papa Francesco. Card. Gracias: “Era un uomo libero. Ora provvederà lo Spirito Santo”

L'arcivescovo emerito di Bombay, a Roma per i funerali del pontefice e le congregazioni, al Sir: "L’unica volta che l’ho visto arrabbiato è stato il giorno della strage di Lampedusa. Non è possibile rimanere insensibili a tragedie del genere. È stato un uomo di cuore"

Papa Francesco. Card. Gracias: “Era un uomo libero. Ora provvederà lo Spirito Santo”

L’ultima vista ai suoi “parrocchiani” di San Paolo della Croce il cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo Emerito di Bombay, l’aveva fatta appena una quindicina di giorni fa. Poi, la morte improvvisa di Papa Francesco e suoi i funerali lo hanno costretto a ritornare d’urgenza a Roma e ieri era di nuovo nella parrocchia romana di cui è titolare da quando Benedetto XVI lo creò cardinale nel concistoro del 2007. “Papa Francesco è stato un dono per la Chiesa” ha detto durante l’omelia “ma ora – ha poi aggiunto – bisogna pregare per la Chiesa e per i cardinali”. Resterà a Roma per l’avvio del Conclave che darà alla Chiesa il 267esimo Papa. Lo abbiamo incontrato alla fine della celebrazione eucaristica.

Eminenza, lei ha conosciuto nel privato il Santo Padre, avendo avuto molte occasioni di frequentarlo durante le vostre riunioni del C9, il Consiglio dei Cardinali che lo aiutava nel governo della Chiesa. Vuole raccontarci un particolare di quegli incontri?
“Ci siamo visti e incontrati spesso, dalle riunioni più formali al caffè e ai pranzi a Santa Marta, abbiamo parlato tantissimo dei fatti più importanti che accadevano nel mondo, in particolare dei migranti; il Santo Padre era stupito di come il mondo non riuscisse a comprendere le loro sofferenze e necessità, come si potesse rimanere indifferenti di fronte a persone che avevano sacrificato tutto, e di come si possa rifiutarli.

L’unica volta che l’ho visto arrabbiato è stato il giorno della strage di Lampedusa. Non è possibile rimanere insensibili a tragedie del genere. È stato un uomo di cuore”.

C’è un aspetto che ricorda con piacere di Papa Francesco?
“Lui era molto umano, amava anche scherzare; era un uomo autentico, libero, non aveva paura di nessuno, di nessun uomo politico potente. Lui diceva sempre: io devo parlare di quello che sento, vedo i bisogni del mondo, i bisogni della Chiesa, e devo esprimerli apertamente. Quando lui andò nella Repubblica Centrafricana, mi raccontava che alcuni governi consigliavano di non andare perché era molto pericoloso, così come quando andò in Medio Oriente, in Iraq; mi ha raccontato che la gente lo aveva protetto, quasi come uno scudo”.

C’è stato qualche viaggio in particolare che il Santo Padre desiderava compiere?
“Aveva un grande desiderio di venire in India, ne abbiamo parlato almeno dieci volte; mi ha chiesto di aiutarlo a fare in modo che si potesse realizzare. Lui aveva piacere di incontrare il nostro primo ministro Modi, un desiderio che era reciproco”.

Papa Francesco non è mai tornato in Argentina, gliel’ha mai confidato questo dispiacere?
“Mi aveva detto che aveva pensato di programmare questo viaggio nel 2024 o quest’anno, insieme a quello in India. Ne abbiamo parlato”.

Sentiva nostalgia del suo paese?
“Ha fatto un grandissimo sacrificio a non tornare più a casa, non ha potuto incontrare sua sorella. Abbiamo incontrato i familiari che sono venuti a Roma alcuni giorni fa con i quali abbiamo celebrato Messa a Santa Marta, c’erano i suoi nipoti ma non sua sorella”.

In questi giorni i cardinali riuniti a Roma nelle Congregazioni Generali preparano il Conclave. Come sta vivendo questo momento?
“Io penso che ciascun Papa deve avere le sue priorità. Papa Francesco, come i suoi predecessori, ci ha insegnato che dobbiamo guardare ai bisogni del mondo. Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco, ciascuno ha dato il suo contributo particolare alla Chiesa. Dobbiamo pregare per i cardinali che si riuniranno in Conclave, io ho finito in dicembre il mio compito avendo compiuto il mio ottantesimo anno, perché siano aperti allo Spirito Santo. Io penso che questo accadrà, senz’altro. Questo è un compito molto importante perché il Papa non è solo un capo religioso e punto di riferimento dei cattolici, ma una figura molto importante del mondo. Il Papa è la voce di Dio per il mondo; abbiamo bisogno di un Papa che capisca questo e che vada avanti sulla stessa linea.

Papa Francesco ha dato il suo specifico contributo sul Creato, la giustizia sociale, la pace, il dialogo interreligioso, per il bene del mondo.

Lui diceva sempre di non guardare a noi stessi, non essere autoreferenziali, ma di guardare a tutto il mondo, dare il nostro contributo, aperti agli altri”.

Lei pensa che da questo Conclave possa emergere un’apertura all’Asia e all’Africa?
“Senz’altro, perché il centro del mondo si sta muovendo dall’Europa all’America all’Asia e all’Africa, politicamente ed anche economicamente”.

Sono importanti questi giorni di preparazione al Conclave per conoscervi.
“Sì, sono giorni molto importanti, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo un grande protagonista che provvederà anche a questo: lo Spirito Santo che provvederà a far avvenire quello che Dio vuole; tutte le nostre differenze saranno unite grazie a  Lui, a noi spetterà di accettare quello che verrà, riconoscere il Papa che verrà scelto e lavorare insieme a lui che sarà la nostra guida”.

Sarà lungo o corto questo Conclave?
“Spero che sia corto, tre o quattro giorni. Credo che durerà quattro giorni. Il primo giorno ci sarà una sola votazione e poi dal secondo quattro: due la mattina e due la sera”.

Al termine dell’intervista una suggestione arriva da don Roberto Cassano, parroco di San Paolo della Croce: “Sarebbe bello se venisse eletto il 13 maggio, nella ricorrenza della Madonna di Fatima”. L’inizio di pontificato di Francesco avvenne il 19 marzo, nella Solennità di San Giuseppe e il cardinale, pensando ai giorni necessari del Conclave, ne formula un’altra: “Forse nella Festività della Madonna di Fatima potrebbe essere celebrata la Messa di intronizzazione del nuovo Papa. Il suo successore potrebbe iniziare il suo mandato sotto il manto protettivo di Maria”, la Salus Populi Romani che ora accoglie nel suo santuario i resti mortali del Papa venuto quasi dalla fine del mondo.

Mauro Monti

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Fonte: Sir