Davvero la politica vuole fermare il cemento?
“Iper-super-mega” indicano quasi sempre il mercato passato dalla storica piazza al centro commerciale con tanto di aria condizionata per tutti. Se ribaltassimo i prefissi potremmo invece trovarci come conseguenza: l’iper-consumo. Il super-sfruttamento delle risorse. E per quanto riguarda il Veneto (ma il è problema nazionale), il mega-consumo del suolo.
Iper, super, mega sono termini entrati nel linguaggio comune, anche grazie ai cartoni animati e alla mitologia fantastica legata a Superman, Megaloman e tutti gli altri.
Oggi però il linguaggio commerciale ha fagocitato pure loro, spalmando i prefissi grammaticali nel nostro quotidiano, al punto che tutti gli “iper” direttamente o indirettamente esprimono luoghi e concetti ben lontani dall’etimo originale. “Iper-super-mega” indicano quasi sempre il mercato passato dalla storica piazza al centro commerciale con tanto di aria condizionata per tutti.
C’è però anche l’iper-tecnologico, la super-offerta e la mega-struttura, associabili al consumo. Così “l’era del consumismo” ha un linguaggio più o meno criptico, da cui nessun consumatore può dirsi escluso.
Se ribaltassimo i prefissi potremmo invece trovarci come conseguenza: l’iper-consumo. Il super-sfruttamento delle risorse. E per quanto riguarda il Veneto (ma il è problema nazionale), il mega-consumo del suolo.
Ecco allora che indorando la pillola, dopo anni di cementificazione selvaggia, ora sembriamo essere stati catapultati nella nuova era del “consumo zero del territorio”. A Venezia il governo regionale si dimena nel cercare di attuare la legge, tutt’altro che chiara, che dovrebbe portare nel 2050 su ordinamento europeo (gli stessi che poi finanziano i centri commerciali come leggerete alla fine) al consumo “zero” del suolo.
Ma ciò che è sotto il nostro naso di tutti, mostra invece ben altro. Se il «consumo del suolo zero» era stato uno dei ritornelli della campagna elettorale di Luca Zaia, ora emerge che non sarà uno “zero assoluto”, bensì uno «sviluppo edilizio a saldo zero», basato cioè su una compensazione tra demolizioni e costruzioni attraverso l’uso dei crediti edilizi.
Quindi, siamo alla “solita cipria sopra lo sporco degli affari e delle coscienze sporche”!?
In queste pagine sono stati spesi fiumi d’inchiostro per denunciare scempi d’ogni genere in termini ambientali. Con quali risultati? Basta ancora una volta, guardarsi attorno per sentire l’impotenza del cittadino comune.
Si continua a cementificare, presidente Zaia.
Lo sanno tutti che il Veneto è la seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia, per consumo di suolo: 12,2 per cento del totale, contro una media nazionale del 7,6.
La classifica provinciale vede ai primi posti Padova (18,8 per cento e 403 chilometri quadrati), Treviso (16,5 e 410) e Venezia (14,5 e 358), seguite da Verona (14 e 434), Vicenza (13 e 355), Rovigo (8,8 e 161) e Belluno (3,3 e 120).
Guardando ai singoli comuni, in termini percentuali primeggiano Padova (49 per cento), Noventa Padovana (43,7) e Spinea (43,2), mentre in senso assoluto spiccano Venezia (70 chilometri quadrati), Verona (56) e Padova (46).
Basta orpelli e proclami! Basta notizie infarcite di buonismo che fanno il “trucco” ai soliti imprenditori del cemento. Lo vediamo coi centri commerciali che spuntano come funghi, sempre più “iper-super-mega”.
Padova, Verona e Vicenza sono assediate dalle cittadelle fortificate del commercio. Lo stesso ex-sindaco di Verona Flavio Tosi, che indicava come suo degno successore la fidanzata Patrizia Bisinella, ha improntato il suo mandato e la recente campagna elettorale proprio sui nuovi centri commerciali veronesi.
Padova dal canto suo non scherza, con Veneto City alle porte, struttura da 715 mila metri commerciali a Dolo sul confine padovano-veneziano pronta al via.
Dal lato opposto, nei pressi del casello della A13 di Terme Euganee, si vorrebbe una struttura da 32 mila metri quadrati, progettata dallo studio L35 di Barcellona, lo stesso che ha firmato la ristrutturazione dello stadio Santiago Bernabeu, che sarebbe finanziata dal fondo d’investimento Orion european real estate fune IV.
Più chiaro di così!
E poi, tutti sono presentati come “progetti green” con parcheggi da migliaia di posti auto. Equazione che stride in termini di credibilità, naturalmente!