Per cristiani consapevoli e coerenti serve... di tutto un po'

Quant'è bella giovinezza. Nei cammini formativi per adolescenti e giovani spesso si verificano pericolosi "sbilanciamenti" nei contenuti

Per cristiani consapevoli e coerenti serve... di tutto un po'

Dissociata, iperproteica, “a zona” o “del gruppo sanguigno”. Basta digitare la parola “dieta” in un qualsiasi motore di ricerca e si trova di tutto. Poi ascolti alla radio il nutrizionista illuminato e scopri con piacere che il consiglio della nonna, di mangiare di tutto un po’ (facendo solo attenzione nelle dosi), resta quello vincente. Insomma, una dieta davvero equilibrata è quella che sa comporre insieme varietà, gusto e misura.

Direi che le nonne andrebbero ascoltate anche nella definizione dei cammini formativi degli adolescenti e giovani. Infatti, come in una dieta troppo settoriale, spesso si verificano pericolosi sbilanciamenti anche nelle dosi e nei contenuti dei nostri percorsi formativi.

Attenzione alla carta rischiosissima che talvolta gli educatori scelgono di giocare con i propri ragazzi: «Di cosa volete parlare?». Si tratta di una mossa che ha il sapore di una dichiarazione di resa, di una consegna ad altri di quella responsabilità educativa che tu come educatore hai tra le mani e che dovresti semmai condividere e definire con la tua comunità, in primis con il consiglio pastorale, organismo che ha il compito di abbozzare le linee e gli obiettivi formativi per ogni fascia d’età.

Ma il vero sbilanciamento riguarda i contenuti: spesso molto esistenziali, legati agli affetti, alle amicizie e alle relazioni in genere, a volte con qualche puntata sulla scuola, l’Università o la famiglia. Di nicchia sono alcune tematiche legate all’affettività, delegate sempre all’“esperto”. Raro che si parli di vocazione o di spiritualità, argomenti relegati alle “battaglie” per le celebrazioni penitenziali di Avvento e di Quaresima. Poco presenti le tematiche legate alla carità, alla formazione socio-politica, alla cultura o alla missione.

Un parroco qualche tempo fa, citando il famoso detto di Gesù «Cercate, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33), condivideva il suo disappunto per l’assenza nella programmazione dei propri educatori di qualche cenno alla dottrina sociale della Chiesa, al tema della giustizia sociale o del bene comune. Cosa cerchiamo nei nostri gruppi? Quali strumenti diamo ai giovani per condurre la propria ricerca? E su quali terreni li orientiamo a cercare?

Nel nuovo sito della Pastorale dei Giovani (www.giovanipadova.it) abbiamo provato a dare qualche stimolo in tal senso mediante una grafica che accompagna le tre sezioni dedicate alle proposte per i giovani dai 18 anni in su (iniziative della Pastorale dei Giovani, quelle delle altre realtà diocesane e quelle provenienti dai movimenti, dalle associazioni, dai religiosi e dai territori della nostra Diocesi).

Sono cinque le macro-aree che raccolgono le esperienze recensite (in fase di implementazione): spiritualità, vocazione, affettività, carità e missione (in cui rientrano anche le proposte legate alla pastorale sociale e del lavoro), formazione educatori e catechisti. Sono le grandi direttrici per una formazione equilibrata e globale, che abbiamo individuato anche grazie al percorso di discernimento del nostro Sinodo dei giovani e che ritroviamo anche nel testo finale: «Abbiamo individuato degli ambiti su cui puntare per crescere come cristiani consapevoli e coerenti: l’affettività e le scelte di vita, la spiritualità, l’attenzione alle tematiche sociali e ambientali, al lavoro e alle povertà» (1,4).

L’obiettivo è, non dimentichiamolo, «crescere come cristiani consapevoli e coerenti». Perché la giovinezza è bella, d’accordo, ma passa (presto). E i nostri cammini dovrebbero mirare un bel giorno a far dire ai non più giovani il proprio «amen», da adulti. In chiesa e nella vita di tutti i giorni.

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