Ambiente. La lezione del Transforming Education Summit
Proprio la questione climatica può offrirci il destro per comprendere al meglio il significato delle parole di Bianchi e cogliere la concretezza di affermazioni che altrimenti resterebbero – tanto più perché, a ben vedere, ripetute spesso con enfasi – slogan abbastanza vuoti
“Una società più giusta, che metta al centro della sua azione il contrasto alle attuali disuguaglianze globali, alle crescenti discriminazioni di genere, al cambiamento climatico, si costruisce grazie a cittadine e cittadini consapevoli dei propri diritti. È l’istruzione la strada per trasformare ragazze e ragazzi in agenti del cambiamento necessario. Soltanto un cambiamento reale e globale dei sistemi educativi, che permetta a tutte le bambine e a tutti i bambini l’accesso al diritto all’istruzione, può guidarci ad affrontare le sfide del clima e della crescita sostenibile”.
Partiamo da qui. Sono parole del ministro (in scadenza) dell’Istruzione Patrizio Bianchi pronunciate qualche giorno fa al “Transforming Education Summit”, il vertice sull’Istruzione in corso alle Nazioni Unite, convocato dal Segretario Generale Antonio Guterres all’apertura dell’Assemblea Generale Onu.
Difficile non concordare con le parole di Bianchi, che al Summit ha ricordato l’impegno della scuola italiana, il cammino di cambiamento avviato sia pure in anni così difficili come i presenti, segnati dalla pandemia e ora dallo spettro di una guerra terribile. Senza dimenticare lo scenario incombente di un default climatico, legato alle tendenze globali della nostra società.
Eppure proprio la questione climatica può offrirci il destro per comprendere al meglio il significato delle parole di Bianchi e cogliere la concretezza di affermazioni che altrimenti resterebbero – tanto più perché, a ben vedere, ripetute spesso con enfasi – slogan abbastanza vuoti.
Il fenomeno di Fridays for future, la mobilitazione internazionale per l’ambiente che coinvolge proprio le scuole e gli studenti (e che promette una mobilitazione a brevissimo). È nata da una studentessa in Europa e proprio nelle aule scolastiche di tanti Paesi, Italia compresa, ha trovato il terreno fertile per propagarsi e diventare grande. In quelle aule dove si mescolano le ambizioni e di desideri dei nostri giovani, dei più piccoli come soprattutto degli adolescenti, i desideri di riscatto e di affermazione, la voglia di futuro e la paura del presente. Quelle aule che spesso – anche se non ce lo diciamo – diventano il sostituto delle famiglie, oggi sempre più povere dal punto di vista educativo, per mille motivi che vanno dai ritmi e tempi di lavoro alle fragilità riconosciute di una generazione di adulti talvolta in difficoltà con se stessi e ancora di più con i propri figli.
In quelle stesse aule impazzano i social, che sono diventati la piazza virtuale dove ci si ritrova prima di incontrarsi davvero in quella reale. Dove circolano ogni genere di contenuti ma che sanno essere anche straordinari veicoli di trasmissione di discussioni e di valori (si può usare questo termine?).
Ebbene, ecco allora una fotografia di quei ragazzi e di quelle ragazze di cui parla il ministro Bianchi, “attori” del cambiamento, che si muovono per diventare cittadini e cittadine consapevoli, Aiutati dalla scuola.
Vale la pena di lasciarsi provocare da quello che accade, di guardare con attenzione al fenomeno e riflettere proprio sul ruolo della scuola. Perché sappia raccogliere e valorizzare le energie, le attese, la voglia dei più giovani. Sapendo di volere e poter offrire loro strumenti concreti – saperi, competenze, capacità di riflessione e consapevolezza – per affrontare la vita reale da protagonisti.