Montemerlo. Tempo della fraternità: Pasqua speciale, viviamola insieme
«Abbiamo voluto stringere in un abbraccio ragazzi e famiglie, perché non si sentissero sole in questo momento»
Abbiamo trascorso questa “speciale Quaresima 2020”, iniziata con l’emergenza Coronavirus, “apparentemente soli”, come Gesù nel deserto, scoprendo e condividendo, giorno dopo giorno, che eravamo tutti nella stessa condizione, tutti nella stessa barca (come ha detto papa Francesco). Ci siamo stretti in un abbraccio virtuale, nelle nostre famiglie, con la nostra comunità, insieme ai nostri presbiteri, pregando, facendo sentire la vicinanza ai ragazzi e ai genitori, proponendo i testi preparati dalla Diocesi, invitandoli a un “saluto a Gesù” passando nella nostra chiesa di Montemerlo, nel loro giro per la spesa.
Il dono di avere la chiesa aperta e sapere che lì è possibile entrare per un momento di preghiera personale, ci aiuta ancora oggi a sentirci uniti, a invocare l’intercessione dei santi presenti nei nostri altari, quella di Maria sui ragazzi e genitori, certi che, come è scritto nel Vangelo, a poppa c’è Gesù che può «fermare la tempesta».
Continuiamo a chiederlo, tutti uniti, condividendo il racconto di alcuni genitori che ci dicono che, nonostante non siano potuti andare in chiesa a prendere le schede della Quaresima preparate per loro, hanno riscoperto la bellezza della preghiera quotidiana e fatta insieme... Altri genitori non si sono mai fatti vivi, ma sappiamo che il Signore è presente nelle loro fatiche e attese e a lui chiediamo di accompagnarli negli avvenimenti lieti e tristi che ci accomunano in questo tempo di emergenza.
Siamo partecipi della sofferenza e del dolore che ci colpisce, accogliendolo come un tempo offerto dalla Provvidenza perché l’uomo comprenda i suoi limiti. Per la prima volta si sente qualcuno “lamentarsi” perché non può partecipare alla messa, altri propongono modalità per farsi vicini alla gente. D’altra parte, ritmi di vita meno frenetici aiutano a riflettere sul senso della vita; ci si accorge che tante cose non erano indispensabili. Si comincia ad apprezzare di più tutto ciò di cui finora abbiamo inconsapevolmente goduto.
Pensiamo inoltre che tutto concorra a farci comprendere che l’uomo è “creatura” e non “creatore”. Le mascherine che indossiamo proteggono la nostra salute, ma è il Signore che ci da la piena salvezza. Egli ci ricorda: «Io sono con voi, tutti i giorni fino alla fine del mondo» e… «senza di me non potete fare nulla».
Celebriamo una Pasqua speciale quest’anno: per una comunità come Montemerlo, legata alla tradizione di processioni e di riti accompagnati da musica di banda e da “oggetti” antichi, la sfida è quella di fare memoria del nostro vissuto raccontandolo ai più piccoli, trasformandolo in preghiera sincera del cuore e trasformando la nostalgia in motivi nuovi per ritrovarsi attorno all’eucaristia e alla Parola di Dio.
La parola alle catechiste. Uno spazio per l’ascolto e il dialogo
Noi catechiste abbiamo visto crescere i bambini del nostro gruppo dalla Prima evangelizzazione: erano curiosi, vivaci, attenti, sempre pronti a regalarci momenti di vera esperienza cristiana, con le loro riflessioni innocenti e, al tempo stesso, profonde. Così, dopo la celebrazione dei sacramenti, quando si è prospettata la sfida tutta nuova del Tempo della fraternità, abbiamo avvertito la necessità di restare accanto a loro nel momento in cui le domande sarebbero state ancora più grandi e più forte il bisogno di trovare testimonianze di fede. Così abbiamo chiesto e trovato la collaborazione di due educatrici dell’Acr, che hanno accompagnato con noi i ragazzi. Nel primo anno trascorso insieme, ci siamo rese conto che è basilare la nostra disponibilità all’ascolto, soprattutto in questi tempi in cui, molto spesso, entrambi i genitori lavorano e i ragazzi hanno il bisogno di raccontarsi.
Nell’anno in corso, che per noi è il secondo del Tempo della Fraternità, abbiamo unito le forze con le catechiste del gruppo che ha celebrato lo scorso anno l’Ultima quaresima proponendo un percorso comune per tutti i ragazzi delle medie. Negli incontri, con frequenza settimanale, che iniziano sempre con la preghiera del salmo della domenica precedente, ampio spazio è lasciato per il confronto sull’argomento che abbiamo scelto nella riunione di equipe.
Nel dialogo, i ragazzi spesso scoprono che le proprie fragilità o le discussioni che sperimentano nella propria famiglia sono un’esperienza comune anche ai loro coetanei: di sicuro questo li fa sentire meno soli in questa fase delicata della loro crescita. C’è poi il tempo dedicato alle esperienze di carità: in Avvento e Quaresima si sono messi in gioco con creatività ed entusiasmo per preparare regalini e biglietti di auguri; li hanno poi consegnati agli ammalati e agli anziani della parrocchia, scoprendo così la gioia del farsi dono per gli altri.
Tuttavia bisogna riconoscere che una parte dei ragazzi dopo i sacramenti da subito non ha più partecipato agli incontri e altri nel tempo sono stati incostanti o hanno abbandonato il gruppo lungo la strada. Ma, l’entusiasmo, la puntualità e l’assiduità di chi è rimasto è una forte motivazione per poter continuare il cammino. La speranza è che i ragazzi continuino anche dopo il Tempo della Fraternità a vivere esperienze di vita cristiana all’interno della comunità. Una buona premessa a questa aspettativa, è nel fatto che le educatrici Acr siano riuscite a coinvolgere alcuni ragazzi anche nel gruppo associativa dell’unità pastorale di Cervarese-Montemerlo-Fossona.
Cristina Sinigallia e Maria Sansone
La parola ai ragazzi. In cammino con gli amici, bello!
Al termine dello scorso anno, dedicato per buona parte alla scoperta dei doni dello Spirito Santo, abbiamo fatto con i ragazzi un bilancio del Tempo della fraternità.
Che cosa avete scoperto durante quest’anno? Molti hanno riepilogato i doni dello Spirito Santo, ma due risposte, diverse dalle altre, meritano di essere citate: «Che ogni persona è importante e che Gesù è sempre con noi; «Che vivere la fede cristiana non vuol dire solo fare preghiere e richieste, ma anche ragionare, provare sentimenti e vivere momenti divertenti».
Cosa vi è piaciuto di più? Perché avete partecipato volentieri? In generale, ai ragazzi sono piaciute tutte le attività proposte. Apprezzate anche le riflessioni sulla vita e sulle azioni di Gesù. Molti di loro hanno risposto che hanno partecipato volentieri perché ci sono gli amici e possono stare insieme a loro.
Cosa vorreste trovare negli incontri del prossimo anno? La risposta più gettonata è stata di continuare sulla falsariga dell’anno trascorso, questo ci fa pensare che la proposta sia stata complessivamente apprezzata. Qualcuno ha chiesto più attività all’aria aperta: questo è comprensibile e da tenere sempre presente, vista la loro età.
Alle risposte dei ragazzi vanno aggiunti anche i riscontri positivi di alcuni genitori, che ci raccontano come i loro figli siano entusiasti di partecipare al cammino, perché nel gruppo trovano uno spazio d’incontro e confronto, soprattutto tra loro.