Giornata missionaria mondiale. Testimoni e profeti, non... supereroi
Giornata missionaria mondiale. Testimonianza e profezia, temi dell’edizione 2021, siamo invitati a coniugarli nel segno della giovinezza, che non è una questione di età, ma di atteggiamento dell’anima: speranza nel futuro, vitalità, tenacia nel credere e nell’affrontare la vita
Capita quando si parla di missioni: percepire una grande ammirazione da parte delle persone che però hanno la convinzione che i missionari siano una sorta di supereroi della fede, capaci di azioni straordinarie, con fede e coraggio fuori dal comune. Il titolo dell’Ottobre missionario “Testimoni e profeti” può essere frainteso in questo senso, quando invece ogni battezzato è già di suo – per l’amore di Dio racchiuso nei sacramenti – testimone e profeta nella sua vita ordinaria.
La sfida è oggi
Normalmente si associa alla profezia la capacità di predire il futuro. E invece nell’invito a essere profeti il punto centrale è il presente, l’oggi: testimone e profeta è chi ha parole e azioni all’altezza delle sfide del “qui e ora”, con lo slancio della fraternità universale. Lo sconvolgente impatto della pandemia, ad esempio, ci ha messi brutalmente di fronte alla nostra costitutiva debolezza: basta un minuscolo virus per tenere in scacco il mondo per anni. Profeta è allora chi sa mettersi profondamente in ascolto della sofferenza e del disorientamento che serpeggiano per esprimere cura, attenzione e tenerezza con ampiezza universale: protestando, ad esempio, perché mentre in larga parte del ricco occidente c’è un forte esubero di vaccini, l’Africa e altri Paesi del mondo meno ricco sono per lo più lasciati a se stessi. Abbiamo sofferto e stiamo ancora soffrendo per le conseguenze dell’isolamento e della mancanza di relazioni patite causa pandemia: se allarghiamo lo sguardo alla resilienza – come oggi si ama dire – di tanti popoli cosiddetti di missione, abituati a reggere e reagire senza perdere la fede e la speranza di fronte alle tragedie della vita... c’è tanto da imparare! Sono resilienti molto più di noi, senza incancrenire nel lamento e nella rabbia.
Giovani “disobbedienti”
Continuando a declinare l’essere testimoni e profeti nella quotidianità, ricordo il momento bello e partecipato del Missio meeting giovani della scorsa domenica: uno spazio di confronto per gente che vuol “disobbedire” a una vita a bassa intensità, per sentirsi coinvolta insieme – in prima persona plurale – nel dare volto a un mondo più fraterno e più giusto. Come gli adolescenti e giovani che continuano a “martellare” il mondo adulto, la politica e l’economia perché sia presa sul serio la questione della grave crisi climatica; come i giovani e giovani-adulti di “The Economy of Francesco” che disegnano traiettorie di una economia sostenibile (come si legge nelle pagine della Difesa su “Economia e Vangelo” in cui ogni mese offrono degli spunti di riflessione); come i giovani che investono alcuni anni della loro vita per esperienze di cooperazione internazionale e a volte come laici fidei donum. Il mondo delle missioni generalmente ci offre una vitalità delle giovani generazioni che nella nostra cara Italia ci sogniamo: tanti bambini, ragazzi e giovani con una straripante voglia di vivere... che a volte purtroppo li porta a incamminarsi come migranti verso il miraggio di un’Europa ricca ma sazia e alquanto confusa. La testimonianza e la profezia ci arrivano nel segno della giovinezza, che non è tanto una questione di età ma atteggiamento dell’anima: speranza nel futuro, vitalità, tenacia nel credere e nell’affrontare la vita.
La forza della fragilità
Come Diocesi l’anno scorso siamo stati chiamati a essere carità nel tempo della fragilità... scoprendo che la fragilità non è fuori di noi ma è parte di noi. In essa e grazie a essa come persone e credenti possiamo affidarci in un modo più forte e autentico: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza... quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,9s). Sono cariche di ispirazione le parole di papa Francesco nella Christus vivit, quando chiarisce che le fatiche e persino gli errori non escludono dal dono di essere testimoni e profeti. A volte pretendiamo da noi stessi e dagli altri degli standard di preparazione e profondità che scivolano nel perfezionismo. «Voglio ricordare che non è necessario fare un lungo percorso perché i giovani diventino missionari. Anche i più deboli, limitati e feriti possono esserlo a modo loro, perché bisogna sempre permettere che il bene venga comunicato, anche se coesiste con molte fragilità. Un giovane che va in pellegrinaggio per chiedere aiuto alla Madonna e invita un amico o un compagno ad accompagnarlo, con questo semplice gesto sta compiendo una preziosa azione missionaria. Insieme alla pastorale giovanile popolare è presente, inseparabilmente, una missione popolare, incontrollabile, che rompe tutti gli schemi ecclesiastici. Accompagniamola, incoraggiamola, ma non pretendiamo di regolarla troppo» (Christus Vivit 239). La bellezza della missione, insomma, s-confina continuamente: porta oltre i confini e non si lascia ingabbiare dai nostri piani.
don Raffaele Gobbi
direttore dell’Ufficio missionario diocesano
Veglia di preghiera missionaria
Venerdì 22, alle 21 in Cattedrale, il vescovo Claudio – durante la veglia di preghiera missionaria – benedice gli uomini e le donne in partenza per la missione: Ilaria Scocco (inviata dalla Chiesa di Padova come fidei donum in Etiopia), Annalisa Calore (Compagnia missionaria del Sacro Cuore, Guinea Bissau), Anna Marzorati e Emanuele Dal Pozzo (Operazione Mato Grosso, Perù), Elisa Parolin (Operazione Mato Grosso, Perù), Maria Chiara Carraro (consacrata del Movimento Missione Belém, Brasile). Partono con l’ong sanitaria Medici con l’Africa Cuamm: Simone Cadorin (project manager, Mozambico), Paolo Belardi (economista sanitario, Tanzania), Martina Borellini (neonatologa, Tanzania), Noemi Bazzanini (infettivologa, Tanzania) e i medici Paolo Franceschi (Sud Sudan), Adriano La Vecchia (Etiopia), Federica Beretta (Tanzania), Maria Chiara Del Savio (Angola), Elena Mazzalai (Mozambico), Virginia Casigliani (Mozambico), Sara Barbiero (Sierra Leone).
Scuola di animazione missionaria dal 6 novembre
Sabato 6 novembre prende il via la Scuola di animazione missionaria (Sam) promossa dagli uffici di Pastorale missionaria di Padova e Vicenza. È rivolta a giovani, giovani-adulti e operatori pastorali che desiderano impegnarsi nell’animazione missionaria della propria comunità cristiana e del territorio. Info: centromissionario. diocesipadova.it