Facilitatori, volto accogliente di inizio Sinodo
A loro il compito di coordinare gli spazi di dialogo per lanciare i temi. Le parrocchie li stanno individuando, poi la formazione
Non dei superuomini o delle superdonne, non per forza dei grandi esperti, ma persone capaci di relazione che con garbo, intelligenza e discrezione permettano alle persone di narrare ciò che di grande e di bello viene ispirato dal Signore in seno alle loro comunità.
Nel cammino verso il Sinodo della Diocesi di Padova, saranno cruciali nei prossimi mesi le figure dei facilitatori, persone scelte dai consigli pastorali per guidare e accompagnare gli spazi di dialogo parrocchiali, il primo “passo” del Sinodo nella prima metà del nuovo anno pastorale, “spazi accoglienti, fraterni, aperti e trasversali per ascoltare e dare voce alla narrazione della propria esistenza alla luce della fede, in ascolto della contemporaneità”.
«Il facilitatore – spiega il vicario per la pastorale e membro della segreteria del Sinodo don Leopoldo Voltan – è una persona che permette agli altri di narrare la propria vita e di rileggerla alla luce della Parola di Dio». A queste donne e a questi uomini non vengono richieste doti straordinarie: «Il facilitatore, non essendo un “superuomo” o una figura estremamente qualificata, è caratterizzato dalla sua umanità e dalla sua affabilità, fa da “ponte”, fa sentire gli altri accolti e li aiuta a vedere come il Signore accompagni la vita di tutti e compia in essa cose grandi». Un amico fraterno, ma anche un “investimento relazionale” che può dimostrarsi prezioso per la parrocchia.
Per questo, ricorda don Voltan, «sono i consigli pastorali a scegliere i facilitatori, sia perché è il consiglio pastorale “la regia” della parrocchia, sia per differenziare i compiti. Sento che c’è un grande interesse nelle nostre parrocchie, di cui essere riconoscenti. E auspichiamo vi sia una pluralità di facilitatori e di spazi di ascolto». Ogni spazio di ascolto, infatti, sarà formato da 5 a 15 persone, con una composizione ideale che potrebbe attestarsi tra 8 e 10 partecipanti. È opportuno dunque che nelle parrocchie – e nelle case dei parrocchiani – sorgano più spazi di ascolto, per mostrare in questo modo sfaccettature e originalità all’ombra dei campanili e toccando diversi interessi e tematiche dell’area sociale ed ecclesiale.
A settembre, in una modalità ibrida che unirà incontri localizzati nelle varie zone della diocesi e contenuti on-line, si svolgerà la formazione di queste figure. Il percorso da una parte metterà a fuoco le caratteristiche del facilitatore, dall’altra darà loro strumenti per guidare le dinamiche dei gruppi. Sempre in settembre ci saranno ulteriori occasioni per comunicare alle parrocchie le modalità del Sinodo, in attesa di cogliere, anche dopo gli sconvolgimenti della pandemia, i punti di rottura dovuti alle contraddizioni e i germogli ancora verdi di ciò che sta nascendo: «Il Sinodo – conclude don Voltan – arriva proprio in un tempo che ha messo in moto tante domande, che andranno riprese, narrate e riscoperte anche attraverso le parole degli altri».