Este. Via ai lavori all’antico oratorio

Este In restauro gli esterni dell’oratorio di San Valentino

Este. Via ai lavori all’antico oratorio

Proseguono gli interventi conservativi al patrimonio artistico e architettonico del complesso del Duomo di Este. Dopo la chiesa e la pala di Santa Tecla del Tiepolo, sono ora in restauro gli esterni dell’antico oratorio di San Valentino, attiguo al Duomo e alle sagrestie. L’origine dell’oratorio (visitabile su appuntamento) data 1627: a quella data la cappella di San Giovanni Battista dell’antico Duomo era ormai troppo angusta per contenere il crescente numero di aderenti alla Veneranda Confraternita della Morte e Orazione, che qui si riuniva. L’oratorio fu quindi costruito sopra le sacrestie dei canonici e mansionari, poi ampliato nel 1687 con il salone quadrangolare, ricostruito parzialmente nel 1711 dopo i danni causati dal terremoto del 1688 e dagli scavi per la fondazione del Duomo. Prese il nome di Oratorio di San Valentino quando vi fu traslato il corpo del martire omonimo dalle catacombe di Santa Ciriaca in Roma, il 6 maggio 1674. Oggi è costituito da un’ampia sala, lunga circa venti metri, e conserva un prezioso ciclo di 23 tele lungo tutte le pareti. L’oratorio presenta fronti similari su tutti i lati, contraddistinti da basamento strombato in mattoni faccia a vista e conci in trachite, muratura a marmorino di colore biancoavorio su cocciopesto, cornicione sommitale con mensole in cotto; il fronte su via Zanchi termina con un frontone triangolare che racchiude il timpano. A oggi le superfici presentano un degrado differenziato su intonaci e paramento murari, murature in mattoni faccia a vista, e sui vari elementi lapidei (cornici e mensole, davanzali, gradini, rivestimento basamentale). Si possono in linea di massima notare depositi pulvirulenti che interessano tutte le componenti, via via più consistente verso la parte inferiore dei prospetti e verso nord. È presente anche una microflora di alghe, muschi e licheni. La situazione di degrado più significativa riguarda il rivestimento del basamento, che presenta fenomeni di efflorescenze, polverizzazione, esfoliazione, fino a veri distacchi. Non mancano fenomeni di percolamento superficiale. Il principale degrado di malte e laterizi è riconducibile sia all’azione di dilavamento delle acque meteoriche che da quella dei cicli di gelo e disgelo. Notevole è poi l’aggressione chimica dell’inquinamento atmosferica. «Con questo intervento – dichiara il parroco, don Franco Rimano – si mette mano a un elemento che, dopo il grande restauro del Duomo, del cui complesso fa parte, rimaneva scoperto. Per questo siamo contenti di avere potuto darvi seguito, grazie anche all’opportunità permessa dal bonus facciate». Il progetto di restauro è stato redatto dallo Studio R&S Engineering srl di Padova che segue anche la direzione lavori, eseguiti dalla ditta specializzata EdilRestauri srl di Brendola.

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