Corresponsabilità. La ricchezza dell’altro: i giovani padovani di The Economy of Francesco

Responsabilità è una parola tanto inflazionata quanto ben poco compresa. Riprendendo un brillante spunto di Stefano Zamagni nel libro Responsabili (Il Mulino, 2019), dall’etimologia latina, essa non è solo respondeo, ossia capacità di risposta per le azioni che compio (o imputabilità) ma anche res-pondus, per cui responsabile è chi si fa carico del peso delle cose.

Corresponsabilità. La ricchezza dell’altro: i giovani padovani di The Economy of Francesco

La società di oggi è caratterizzata da un ampio insieme di fenomeni di globalizzazione e quindi di interconnessioni, i quali talvolta hanno la forza di estendere le conseguenze delle nostre azioni ben oltre i confini locali e nazionali. Di fronte alle sfide e ai problemi globali non si può più rispondere solo con azioni individuali e limitandosi a svolgere “il proprio dovere”. Abbiamo il bisogno, se non l’urgenza in alcuni casi, di riscoprire e recuperare la responsabilità come farsi carico (il prendersi cura) e della responsabilità che si ha assieme agli altri (corresponsabilità).

Proprio il prendersi cura e la corresponsabilità possono essere le chiavi per una società e un’economia più “civili” attraverso le nostre azioni, con le quali non possiamo più semplicemente accontentarci di non fare il male, ma di essere responsabili anche del bene che non si fa, pur potendolo fare.

Con la globalizzazione si è anche riscoperta la ricchezza della diversità tra popoli apparentemente differenti che si completano con le loro unicità. Ma la completezza nella diversità non riguarda solamente culture ed etnie, ma anche noi stessi con i nostri vicini. Quante volte escludiamo dalla nostra vita professionale, o personale, tutte quelle persone che hanno esperienze e/o predisposizioni diverse dalle nostre. Ebbene, quelle persone possono essere fonte di ricchezza per colmare le nostre lacune e aprirci gli occhi.

Per far sì che la diversità porti frutti è importante l’ascolto e l’umiltà. Active listening è il termine inglese per indicare la capacità di ascoltare l’altro con mente e cuore aperto per renderci capaci di percepire sfumature che nel nostro io non avremmo mai considerato. Questo ascolto promuove la condivisione e il dibattito su idee e soluzioni alternative e aiuta a evitare di perdere informazioni importanti.

L’umiltà, concetto molto sottovalutato, invece aiuta nei momenti critici a innescare tratti importanti come l’onestà, la fiducia e l’autenticità che favoriscono esiti positivi quali l’aumento di produttività e lo spirito di squadra, e la capacità di inquadrare eventuali problematiche nel team.

Come i Dodici, siamo quindi invitati a cercare gli “altri” per condividere in maniera collettiva gli incarichi di responsabilità quotidiana nei vari ambienti in cui viviamo e lavoriamo – pur nelle nostre differenze – e a rispondere, come i sette uomini scelti, all’appello della cura reciproca.

Ludovica Montesanto, Diletta Pasqualotto
e i giovani padovani di The economy of Francesco

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