"Che cercate?" Quella domanda rivolta a tutti noi
Domenica 23, in tutte le parrocchie della diocesi, si celebra la Giornata del Seminario, occasione per accompagnare con la preghiera e sostenere economicamente le comunità del Seminario maggiore, minore e Casa Sant'Andrea, dove ragazzi e giovani compiono il discernimento orientato al presbiterato.
L’immagine di un labirinto e una domanda accompagnano la Giornata del seminario che si celebra in Diocesi domenica 23 settembre. Il labirinto è quello di Valsanzibio che abbiamo imparato a conoscere meglio grazie ai testi del nostro don Giulio Osto (cf. Il labirinto della vita, ed. Proget); la domanda – «Che cercate?» – è quella che Gesù rivolge ai primi discepoli che, incoraggiati dal Battista, lo seguono (Gv 1,38).
Il labirinto rappresenta bene la vita e la fatica che fanno oggi tanti giovani nel cercare la strada giusta per uscire dall’incertezza, dal dubbio, dal senso di provvisorietà che percepiscono attorno e anche dentro di loro. Rappresenta anche il rischio di camminare tanto ma di trovarsi sempre di nuovo al punto di partenza e non sul sentiero che ti apre alla vita. Il labirinto rappresenta bene anche la ricerca vocazionale che abita il cuore di tanti giovani.
A Valsanzibio proprio al centro del labirinto c’è una torretta e salendoci sopra si può aiutare chi è alla ricerca di una via d’uscita. Credo sia questo aiuto che i giovani del Sinodo hanno chiesto agli adulti: ascolto, fiducia, credibilità, accompagnamento. Certamente quel punto più alto a cui guardare, anche per orientarsi, ha per noi il volto di Gesù e della sua Parola che anche oggi ci ripete: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6).
Le parole di Gesù a coloro che poi sarebbero diventati suoi discepoli sono altrettanto intense e provocanti: «Che cercate?». Non lo sapevano nemmeno loro cosa veramente cercavano, Si fidavano delle parole del Battista, erano curiosi, intuivano che quell’uomo meritava di essere seguito. Ogni vocazione all’inizio è abitata da un’intuizione che ha bisogno di essere esplicitata, di diventare una consapevolezza e poi una scelta. Come si fa a capire se Dio ci chiama a seguirlo? «Venite e vedrete» risponde loro Gesù e l’evangelista Giovanni, uno dei protagonisti dell’episodio, scrive: «Erano le quattro del pomeriggio» per dire che quell’incontro aveva cambiato la loro vita. La chiamata del Signore diventa più chiara se stiamo con lui, lo frequentiamo, ci lasciamo provocare dalla sua Parola, impariamo quel dialogo che si chiama preghiera, viviamo esperienze e relazioni che ci possono aiutare.
La Giornata del seminario non dev’essere un giorno di lacrime amare per la carenza di preti o per i grandi edifici dei nostri seminari quasi vuoti. Dovrebbe essere un giorno luminoso in cui sentire rivolta a noi la domanda di Gesù e aprire il desiderio di mettersi in ricerca. Dovrebbe essere un tempo in cui chiederci se le nostre comunità sono luoghi in cui la domanda di Gesù risuona e riesce a toccare il cuore dei giovani. Un giorno in cui noi adulti riprendiamo in mano le proposte che i giovani ci hanno fatto al termine del Sinodo. Che bello sarebbe se in questo giorno potessimo dire a un giovane: «Che cosa cerchi?». E ancora: «Hai mai pensato che Dio potrebbe chiamare proprio te?». Quel giovane probabilmente risponderà con un sorriso, una battuta ironica, ma chissà, forse quella domanda lo metterà in movimento alla ricerca di una via d’uscita dal labirinto della sua vita.
Lo scorso 10 settembre si è aperto il nuovo anno del seminario minore che, dopo la chiusura delle medie, ora è una piccola comunità di 19 adolescenti. A ottobre aprirà anche Casa sant'Andrea, che ospiterà un piccolo numero (ancora in fase di definizione) di giovani e aprirà anche il Maggiore con 25 giovani in cammino verso il presbiterato. Per la storia del nostro seminario è poca cosa, per noi che ci viviamo dentro sono 50 preziose sementi da amare, custodire e aprire alla vita. Adolescenti e giovani che hanno pure i loro labirinti interiori ma che si sono messi alla scuola di Gesù per cercare la sua volontà nella loro vita. Noi educatori siamo loro accanto, consapevoli del delicato compito che la Chiesa ci ha affidato e bisognosi della preghiera e del sostegno di tutta la nostra Diocesi. La Giornata del seminario serve anche a questo: un giorno di preghiera per questi giovani e per chi li accompagna.
Infine vorrei ricordare anche il sostegno economico al seminario. Anni fa avevo un po’ di timore a chiedere soldi come succede a tanti parroci verso i loro fedeli. Ma oggi non ho paura di farlo perché so che stiamo facendo l’impossibile per gestire bene gli aspetti amministrativi dei nostri seminari. Abbiamo ereditato tanti debiti, ci sono situazioni dolorose ancora aperte, ma sono anche fiero di poter dire che un percorso virtuoso si è aperto e si sta consolidando sempre più.