Camerun. Il progetto agricolo di padre Savoldelli per far innamorare i giovani della loro terra anziché rischiare la vita nei viaggi della speranza
Un missionario è un testimone e un seminatore della Parola di Dio. Ma in questo caso è anche un seminatore in senso letterale perché, insieme alla popolazione locale, ha piantato alberi di cacao, banane, arance, prugne, papaya e avocado nel cuore della foresta alla periferia di Yaoundé, in Camerun
Un missionario è un testimone e un seminatore della Parola di Dio. Ma in questo caso è anche un seminatore in senso letterale perché, insieme alla popolazione locale, ha piantato alberi di cacao, banane, arance, prugne, papaya e avocado nel cuore della foresta alla periferia di Yaoundé, in Camerun. Ma questo è solo l’inizio. Padre Luigi Savoldelli, missionario dei Padri maristi, è nato in provincia di Brescia da una famiglia di agricoltori, ed è cresciuto respirando l’amore per la terra e facendo proprie le tecniche apprese dai suoi. Dopo avere operato in diverse parti del mondo, da qualche anno è l’anima di un progetto agricolo-educativo della Congregazione marista nella regione centrale del Camerun; un progetto che, spiega al Sir, “si radica nel solco della Laudato si’ e mostra che cosa è possibile realizzare in pochi anni quando, come afferma il Papa, ‘tutta la famiglia umana si unisce collaborando per la cura della casa comune’”. Durante una sua breve visita in Italia, lo abbiamo incontrato a Roma prima del suo ritorno in Africa.
“L’esperienza che già da alcuni anni sto vivendo con i confratelli africani e un gruppo di persone povere del Camerun è partita proprio dalla meditazione dell’enciclica del Papa”,
esordisce. Il progetto del campo comunitario di Nkoloman II, nel cuore della foresta alla periferia di Yaoundé, è nato nel 2014. Nel campo, che ha una superficie di 5 ettari, padre Savoldelli e la sua comunità hanno ad oggi piantato 7mila piante di cacao, 13mila piante di banane e 95 alberi da frutto (arance, prugne, papaia e avocado). Qual è l’obiettivo del progetto? “Creare delle possibilità per i giovani e le famiglie del Camerun – risponde il religioso -; coinvolgere padri e madri nelle attività agricole per dare loro un’opportunità di lavoro e poter soddisfare le necessità della propria famiglia in maniera dignitosa. Allo stesso tempo, vogliamo coinvolgere i giovani e formarli alla cura e al lavoro della terra insegnando loro le tecniche agricole per renderli autosufficienti dal punto di vista economico e in grado di formare una propria famiglia”. L’obiettivo finale, prosegue appassionandosi nel racconto, “è
far sì che i giovani locali possano innamorarsi della loro terra,
imparino a rispettarla e a coltivarla considerandola il primo dono di Dio, il bene su cui costruire una comunità solidale, senza essere costretti ad abbandonare il proprio Paese a causa della miseria nel tentativo di raggiungere il miraggio dell’Occidente in un viaggio pieno di stenti e umiliazioni, mettendo a rischio la propria vita”.
Così, tra il 2017 e il 2018 è stato realizzato anche un orto biologico nel campo di Nkoloman II su un’area di circa mezzo ettaro precedentemente paludosa. “La bonifica – racconta padre Luigi – è stata realizzata con manodopera locale e strumenti rudimentali come carriole e secchi, strappando a mano le erbacce. Dopo questa fatica – dice con orgoglio – ora abbiamo un bellissimo orto con ortaggi e legumi di ogni tipo: basilico, insalate, ravanelli, fagioli nonché legumi tipici di questa terra come zum, fulom, watalit, macabo, e un campo di mais”. “I prodotti che coltiviamo – prosegue – sono destinati al sostentamento delle comunità locali e delle famiglie che lavorano con noi; il surplus viene venduto al mercato dalle famiglie stesse e il ricavato rimane a loro”.
Ma in un clima equatoriale, caratterizzato anche da periodi di siccità, non sarebbe stato possibile mantenere in vita le coltivazioni senza una disponibilità costante di acqua. E ancora più importante era garantire acqua potabile alle famiglie nel cuore della foresta, area che ne era priva. Di qui l’idea di scavare un pozzo, realizzato anche “grazie alla generosità di tanti benefattori italiani”, dice il missionario che aggiunge: “Accanto al pozzo, profondo 13 metri, abbiamo realizzato una torre di 11 metri e una cisterna di 5mila litri per potenziare e completare il sistema di approvvigionamento di acqua potabile”.
Anche polli, pesci, maiali e conigli. Alle coltivazioni agricole si sono aggiunti nell’ultimo periodo anche due pollai – uno per avere ogni giorno uova fresche per l’alimentazione delle famiglie e per la vendita al mercato, il secondo per allevare polli da carne – e sono stati scavati tre laghetti per l’allevamento di pesci. Da qualche mese, prosegue il missionario, “abbiamo iniziato l’allevamento dei maiali ed al momento ne abbiamo 25; per questo è indispensabile la costruzione di un porcile adeguato”. Infine, da poche settimane è partito anche l’allevamento di conigli. “Grazie al coinvolgimento ed al sostegno economico di tanti amici italiani siamo riusciti a costruire una conigliera”. E non manca, infine, “una sala per la formazione dei giovani”.
Insomma, una strada partita in salita, ma affrontata con passione, coraggio e determinazione, e che sta dando molti frutti.
È possibile sostenere il progetto di padre Savoldelli tramite l’associazione “Cuore Amico – Fraternità Onlus” intestando le donazioni tramite bonifico a: Associazione “Cuore Amico – Fraternità Onlus”, viale della Stazione 63 – 25122 Brescia. Causale: “Progetto Cameroun – Padre Luigi”. Per informazioni e coordinate bancarie telefonare allo 030 – 3757396 o inviare un’e-mail a info@cuoreamico.org. Le donazioni effettuate sono detraibili e/o deducibili dalla dichiarazione dei redditi.