A scuola di Maria di Nazareth…

Con la Vergine impariamo a ritornare al fondamento delle relazioni, l’amore trinitario, per rendere credibile che Dio è sempre presente, anche quando ce ne dimentichiamo, che conta su di noi per custodire l’umanità e il creato che ci sono stati donati gratuitamente per amore

A scuola di Maria di Nazareth…

Come stiamo costruendo in questo tempo una rete relazionale capace di coltivare un terreno fertile dove viene custodita la persona e il bene comune?

Possiamo chiederci se anche noi cristiani seguiamo la moda attuale, dove prevale la legge del più forte, oppure stiamo vivendo il Vangelo, anche pagando di persona come Gesù, costruendo una società dove vige la giustizia, la pace e la gioia?

Oggi gli ambienti sono bombardati da tante parole. Se prestiamo attenzione a chi parla, notiamo che molte volte, nell’enunciazione dei concetti, non vengono rispettate le pause tra un pensiero e l’altro, per dare senso alla comunicazione. Si nota la fatica nell’ascolto: ognuno, senza valutare ciò che l’altro sta dicendo, ha già la risposta pronta, perché spesso presume di essere nel giusto.
L’obiettivo dello scambio di parole non è sempre finalizzato a cercare ciò che unisce, ma a discutere, anche provocando lo scontro, pur di attestare di aver individualmente ragione e l’altro torto.Oggi manca l’ascolto reciproco, perché ciascuno si considera possessore unico della verità,dimostrando così una confusione tra la persona pensante, orientata all’edificazione e alla cura del bene comune, e la rivendicazione del pensiero individuale mirato alla propria difesa.
Quante volte si usa un tono di voce sprezzante o rivendicativo con i propri simili, a volte considerati contrari, mentre si è teneri con quelli del proprio gruppo e anche con gli animali!È tanto urgente oggi riconoscere l’umanità così bistrattata. Si rivendicano i diritti individuali dimenticando che tutti siamo connessi e che ognuno è custode del proprio fratello o sorella.
Come superare l’impasse? Scoprire e curare la dimensione contemplativa della vita. Essa permette di aprirci alla sorpresa, a venire in contatto con il silenzio profondo che ci immette sulla soglia del Mistero abitata da Dio, a rispettare lo spazio sacro che intercorre tra le persone, a costruire insieme con ogni altro, vicino o lontano, anche diverso, la bellezza del mosaico della vita.
Ci aiuta in questo il Vangelo. Possiamo riflettere sull’atteggiamento di Maria nel momento dell’annunciazione (cfr. Lc 1,26-3), per decidere se essere sempre in relazione, fidandoci di Dio e degli altri, oppure se chiuderci nel piccolo mondo del nostro io, morendo lentamente…
L’angelo Gabriele appare a Maria. La saluta definendola piena di grazia e le comunica che il Signore è con lei. Ascoltando queste parole, Maria rimane turbata e si domanda che senso avesse un tale saluto.
L’angelo la invita a non temere, perché ha trovato grazia presso Dio, e le comunica che concepirà un figlio, lo darà alla luce, lo chiamerà Gesù, sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo.

Maria non discute con l’angelo, anzi subito favorisce in sé un dialogo interno che la porta a coniugare la realtà dei fatti con la consapevolezza che il Mistero la supera.

Ella chiede come avverrà l’evento e l’angelo risponde che lo Spirito Santo scenderà su di lei.
Maria non mette in discussione ciò che ascolta, si fida dell’angelo. Nel suo sì a Dio rende visibile la relazione costante con il Lui, poiché vive sempre alla sua presenza. Ella risponde: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Nell’eccomi Maria sembra raccogliersi tra le mani e consegnarsi totalmente a Dio.
Siamo di fronte agli antipodi della mentalità odierna: esaltazione o svalutazione, individuo arbitro di tutto con delirio di onnipotenza, gusto di autodistruzione, ecc.

Maria ci indica il rimedio: ritornare al fondamento delle relazioni, l’amore trinitario, per rendere credibile che Dio è sempre presente, anche quando ce ne dimentichiamo, che conta su di noi per custodire l’umanità e il creato che ci sono stati donati gratuitamente per amore.

In questo tempo di grazia vogliamo rivedere la nostra relazione con il Signore, con gli altri e con il creato?

Diana Papa

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Fonte: Sir