La storia di Villa del Bosco
Il territorio di Villa del Bosco fu acquistato nel 1129 dal monastero padovano di Santa Giustina che provvide alla bonifica. La cura d’anime fu affidata a un monaco benedettino di Santa Giustina fino al 1769, quando il senato veneto impose un parroco inamovibile non monaco. Negli anni Cinquanta del Novecento un intervento di restauro recuperò le linee romaniche alterate dai successivi interventi.
Il territorio di Villa del Bosco fu acquistato nel 1129 dal monastero padovano di Santa Giustina che provvide alla bonifica.
È però del 1172 il primo documento in cui si legge il toponimo Villa Buschi con relativa chiesa di San Prosdocimo, elencata anche nella decima papale del 1297.
Non si sa quando la chiesa venne dedicata a san Nicola (o san Nicolò); di certo questo è il titolare che risulta nella relazione della visita pastorale del 1449 che trovò l’edificio, con annesso cimitero, campanile e canonica, in rovina.
Nella visita vescovile di cinquant’anni più tardi la chiesa apparve invece in ordine, e così in quella del 1572 del vescovo Ormaneto.
La cura d’anime fu affidata a un monaco benedettino di Santa Giustina fino al 1769, quando il senato veneto impose un parroco inamovibile non monaco.
Dopo la soppressione nel 1810 del monastero padovano, la chiesa di Villa del Bosco divenne di patronato regio.
Negli anni Cinquanta del Novecento un intervento di restauro recuperò le linee romaniche alterate nel 17° secolo e nell’ampliamento del 1845, portando in luce le cappelle a fianco dell’altare maggiore, le finestre laterali e della facciata, i soffitti antichi con affreschi. Un nuovo restauro è avvenuto verso la fine degli anni Novanta.