La storia di Gallio
Galade compare per la prima volta in un atto di donazione del 1162 ma solo nel 1402 un atto canonico indica il nome completo della chiesa, intitolata a san Bartolomeo apostolo. Ricostruito nel 1762, il tempio fu raso al suolo durante la prima guerra mondiale e ricostruito nei primi anni Venti con l’aggiunta dell’oratorio dell’Immacolata e consacrato nel 1938.
Galade compare in un atto di donazione del 1162; in seguito Galedo o Galeum, e solo nel 15° secolo, Galio, di interpretazione ancora discorde.
In un atto del 1162, l’abate del monastero vicentino dei Santi Felice e Fortunato concesse l’investitura di quella terra ai rappresentanti dei suoi abitanti e promise la costruzione di una chiesa, che non compare però nella decima del 1297.
Un atto canonico del 1402 indica il nome completo della chiesa, intitolata a san Bartolomeo apostolo.
La relazione del Barozzi riferisce che la chiesa di Gallio, “cappella” della pieve di Caltrano, era consacrata e aveva tre altari.
Più volte ampliata, fu ricostruita nel 1762, dopo che un incendio l’aveva distrutta completamente. Disegnata dall’architetto Gianandrea Pertile Rampini, a navata unica in stile corinzio, fu consacrata nel 1763, ed elevata ad arcipretale nel 1789.
Restaurato nell’800, il tempio fu raso al suolo durante la prima guerra mondiale
È stato ricostruito nei primi anni Venti con l’aggiunta dell’oratorio dell’Immacolata e consacrato nel 1938.