La storia di Civè
La moderna parrocchiale tradisce la storia quasi millenaria di Civè, registrata per la prima volta come Civitate in un atto giudiziario del 1153. Ampliata nel 1915 per contenere gli abitanti quadruplicati, la chiesa venne chiusa nel 1971 perché pericolante e ricostruita dalle fondamenta in stile moderno.
La moderna parrocchiale tradisce la storia quasi millenaria di Civè, registrata per la prima volta come Civitate in un atto giudiziario del 1153.
La località faceva parte della corte di Concadalbero che i Benedettini di Santa Giustina acquistarono nel 1129. Dopo sessant’anni, l’aumento della popolazione seguito alla bonifica operata dai monaci fece sì che lo stesso monastero chiedesse al
vescovo l’erezione di una parrocchiale, intitolata a san Donato.
I Benedettini di anno in anno mandavano un proprio monaco per la cura d’anime fino al 1760, quando la chiesa fu affidata al clero secolare.
A metà Quattrocento l’edificio risultava scoperchiato, così che sul finire del secolo i monaci lo restaurarono ma, mancando il curato, i fedeli frequentavano la chiesa di Brenta d’Abbà. Ormai fatiscente, San Donato venne ricostruita nel 1713 e dopo tre anni consacrata.
Ampliata nel 1915 per contenere gli abitanti quadruplicati, venne chiusa nel 1971 perché pericolante e ricostruita dalle fondamenta in stile moderno.
Gli ultimi dieci anni hanno visto il restauro della settecentesca canonica, oggi usata anche dalla pro loco, e del campanile, passato da tre a cinque campane.