La storia di Carceri
Già esistente all'inizio del XII secolo, ha visto susseguirsi nella cura pastorale prima i canonici regolari Portuensi, quindi i Camaldolesi e infine il clero secolare dopo la soppressione dell'abbazia da parte di papa Alessandro VIII nel 1686. Ingenti restauri sono stati eseguiti negli anni Trenta del secolo scorso e l’opera di recupero prosegue tuttora.
La donazione di terreni alla chiesa di Santa Maria delle Carceri da parte di Enrico il Nero duca di Baviera, nel 1107, attesta che in quella data l’edificio era già esistente.
Vi operava una comunità di canonici regolari Portuensi, che al posto della chiesetta originaria edificarono un tempio più ampio a tre navate in stile romanico, che fu consacrato il 27 marzo 1189.
Il monastero di Carceri appare citato nella decima papale del 1297, dove viene annoverato tra i monasteri e ospedali del quartiere del duomo di Padova, dotato di tre cappelle: Sant’Andrea di Cortirodulo, San Salvatore, San Giovanni di Vighizzolo.
Fu con l’avvento dei Camaldolesi, sostituiti ai Portuensi da papa Gregorio XII il 18 febbraio 1407, che alla chiesa e al monastero di Carceri venne dato un nuovo assetto architettonico.
Ne è testimonianza la vista pastorale del vescovo Barozzi, avvenuta nel 1489, che descrive una chiesa splendida, con tre altari posti entro cappelline semicircolari nella navata centrale; altri due altari, anche questi racchiusi entro simili cappelline, erano disposti lungo le navate laterali; c’erano un pulpito sostenuto da colonne marmoree e un elegante fonte battesimale.
Questa chiesa subì nel 1643 un devastante incendio che risparmiò dalla distruzione solo il presbiterio e alcune arcate.
La costruzione dell’edificio attuale, completamente restaurato negli anni Trenta del secolo scorso, fu completata nel 1686: uno splendido complesso in stile barocco benedetto tre anni più tardi da Gregorio Barbarigo. Ma appena sette mesi dopo l’abbazia fu soppressa da papa Alessandro VIII e i suoi beni furono venduti per finanziare la guerra di Venezia contro i Turchi.
La cura della chiesa e della parrocchia è stata affidata da allora al clero secolare. Ingenti restauri sono stati eseguiti negli anni Trenta del secolo scorso e l’opera di recupero prosegue tuttora.