Le opere d'arte di Arquà Petrarca
Nel semplice interno a navata unica della chiesa arcipretale di Arquà Petrarca è possibile ammirare, sulla parete sinistra, tracce di affreschi trecenteschi di scuola giottesca. Nel presbiterio è conservata l’Assunzione della Madonna, preziosa pala d’altare che porta la firma di Jacopo Palma il giovane. Altrettanto prezioso è il dipinto di Pietro Damini con il Battesimo di Gesù Cristo realizzato tra il 1620 e il 1630.
Nel semplice interno a navata unica della chiesa arcipretale di Arquà Petrarca è possibile ammirare, sulla parete sinistra, tracce di affreschi trecenteschi di scuola giottesca
Con ogni probabilità, vennero eseguiti coprendo affreschi di epoca anteriore.
È il caso di Sant’Anna in trono con la Madonna e il Bambino, che, ritrovato sulla parete destra nel 1965, fu strappato per far emergere dipinti più antichi.
Ancora al Trecento ci riporta l’affresco, anch’esso strappato, con la Madonna in trono e Gesù affiancato da tre sante: Lucia, che tiene in mano i propri occhi, Margherita di Antiochia con il drago sotto le cui sembianze le si presentò il demonio che riuscì a sconfiggere, e Maria egiziaca, coperta solo dai lunghi capelli che le crebbero negli anni di penitenza trascorsi in una grotta.
È attribuito allo scultore Francesco Rizzi l’altare maggiore ornato con statue di santi realizzato in marmo bianco di Carrara e databile al terzo quarto del 18° secolo.
Il complesso, proveniente dal monastero di monte Rua, fu donato dal commissario regio Melzi d’Eril alla parrocchia di Arquà.
Notevole è il seicentesco paliotto dell’altare del Rosario, un tempo altar maggiore, commissionato dall’arciprete Marco Gerolamo Bellini cui si riconducono i lavori di ampliamento della chiesa nell’ottavo decennio del Seicento. Il materiale usato per quest’opera, attribuibile alla famiglia Corberelli attiva allora in Santa Giustina a Padova, è la scagliola, uno stucco a imitazione del marmo che veniva impiegato per questo genere di manufatti.
Nel presbiterio è conservata l’Assunzione della Madonna, preziosa pala d’altare che porta la firma di Jacopo Palma il giovane.
Altrettanto prezioso è il dipinto di Pietro Damini con il Battesimo di Gesù Cristo realizzato tra il 1620 e il 1630. Faceva parte dell’arredo originario anche il polittico di Sant’Agostino, dipinto da Jacobello di Bonomo nel 1370. Da poco restaurato, è conservato nell’oratorio della Santissima Trinità.