Il vescovo a Casa amica: «Il gruppo custodisce i giovani»
La visita del vescovo mercoledì 18 è terminata a Casa amica, una realtà sorta nel 1985 che oggi conta una ventina di volontari e 23 ragazzi dalla terza elementare alla prima superiore. Un centro diurno educativo per ragazzi e famiglie con difficoltà caratterizzato da uno stile familiare e soprattutto un luogo dove i ragazzi non si arrendono, diventano protagonisti prendendo in mano la propria vita, riconoscono i propri talenti.
Il pomeriggio del vescovo è terminato a Casa amica, una realtà sorta nel 1985 che oggi conta una ventina di volontari e 23 ragazzi seguiti, dalla terza elementare alla prima superiore.
«Questo è un centro diurno educativo per ragazzi e famiglie con difficoltà che hanno però voglia di non arenarsi – ha spiegato don Giacinto Costalunga, fondatore e presidente dell’associazione, nonché vicario parrocchiale al Duomo – C’è accoglienza diurna dopo la scuola. C’è uno stile familiare, ma soprattutto i ragazzi non si arrendono, diventano protagonisti prendendo in mano la propria vita, riconoscono i propri talenti».
Un genitore chiede al vescovo quali sono i pilastri educativi oggigiorno. «Sono stato tanto in mezzo ai ragazzi prima di diventare vescovo e ho maturato alcune convinzioni – dice – Una è quella del gruppo: è importante creare gruppi educativi dove qualcuno sa dare una parola di insegnamento quando necessario, vuol dire creare un contesto che li accompagna, il gruppo sa recuperarli se escono dalla carreggiata. Si sta esasperando una forma individualistica dell’educazione, ognuno per proprio conto. Il gruppo ha il potere di custodire. Anche per la fede il gruppo è importante. Poi un altro caposaldo, soprattutto verso i 17-18 anni, è il servizio, verso chi è in difficoltà, gli ammalati, gli anziani. E poi anche il riferimento al Vangelo, alla vita spirituale interiore, è una grande ricchezza. Quando guardiamo un ragazzo andiamo a vedere che cuore ha e le nostre fedi ci aiutano a formare il cuore, un mondo di valori sui quali ci si può appoggiare».