Le parrocchie di Abano unite per dire basta all’azzardo
Mercoledì 29 il convegno del vicariato di Abano. Spronate anche dal vescovo Antonio Mattiazzo dopo la recente visita pastorale, le comunità cristiane intendono rivolgersi alla società civile per sensibilizzare sulla piaga del gioco e spronare le amministrazioni locali a far pressione sulla politica regionale e nazionale. Leggi e scarica il documento.
Sarà il vescovo Antonio Mattiazzo a chiudere il convegno “Gioco d’azzardo piaga sociale” all’interno del quale le comunità cristiane del vicariato di Abano Terme si interrogheranno mercoledì 29 ottobre alle 21 al cinema teatro Marconi. Ad aprire sarà invece Monica Lazzaretto, responsabile del centro studi della cooperativa Giuseppe Olivotti di Mira, con un intervento su “Il gioco d’azzardo: emergenza nel panorama del disagio sociale”.
A seguire la relazione di Carmelo Miola, psichiatra e psicoterapeuta della famiglia all’Ulss 16 di Padova, su “Quando il gioco è vera patologia”. Ci sarà poi la testimonianza del vicentino Francesco Fiore, un ex giocatore patologico che è riuscito a uscire dalla morsa della ludopatia. Padre don Adriano Sella, coordinatore della commissione diocesana Nuovi stili di vita, reduce da una serie di laboratori nelle sagre parrocchiali, illustrerà le buone pratiche per prevenire il disagio causato dall’azzardo, non solo nel giocatore ma anche e soprattutto nella famiglia.
Dal vicariato un documento sull'azzardo
Prima della lettura del documento scritto dal vicariato e dell’intervento del vescovo sarà Giovanni Ponchio a illustrare la situazione dal punto di vista delle istituzioni pubbliche e delle politiche di prevenzione da attuare.
«Alla crescita della povertà morale e materiale ha contribuito, in questi anni, la diffusione del gioco d’azzardo, diventato in molti, troppi casi un vero disturbo patologico», scrivono i membri del consiglio pastorale vicariale nel documento congiunto.
Ma non si limitano alla denuncia dello stato di degrado e indicano nella politica uno dei responsabili di una situazione particolarmente preoccupante: «È riprovevole che lo stato incoraggi e diffonda il gioco d’azzardo per incassare soldi e risanare le pubbliche finanze. In tal modo, anziché aiutare i più deboli e poveri, li si spinge al gioco con l’illusione di una vincita del tutto improbabile. È altresì grave che la nostre comunità civili e politiche nulla facciano per arginare questo fenomeno devastante per un numero sempre maggiore di persone, deleterio per il tessuto sociale e controproducente persino per la finanza pubblica. La cifra infatti che lo stato incasserà per il gioco d’azzardo non sarà in grado di compensare la spesa per le cure socio-sanitarie per i malati da gioco, in costante aumento».
Anche la comunità cristiana ha un ruolo, non secondario, da giocare
«In questo momento ci sentiamo a metà del guado, immersi completamente in una situazione che va per forza cambiata – riflette Giovanni Ponchio, membro del coordinamento pastorale – Abbiamo deciso di farci avanti con la speranza che altre comunità si uniscano a noi, ma soprattutto per sensibilizzare la comunità civile, in un momento in cui la politica sembra attraversare una fase di schizofrenia».
La legge di stabilità licenziata dal governo Renzi, infatti, continua a vedere il fenomeno slot machines come un’entrata sicura per lo stato, per un ulteriore miliardo di euro, più che come un nemico da combattere. A livello regionale, giovedì 23 ottobre la quinta commissione del consiglio veneto ha ripreso la discussione sulla legge in materia, nei prossimi giorni si capirà se prima delle elezioni del 2015 palazzo Ferro-Fini approverà la normativa.
Grande sensibilità sul tema ad Abano, anche grazie alla visita pastorale
«La discussione qui da noi è iniziata già due anni fa quando abbiamo invitato le parrocchie a riflettere sul tema – spiega il vicario foraneo e parroco di Battaglia Terme don Edoardo Bregolin – Il tema è emerso anche durante l’ultima visita pastorale vicariale quando abbiamo presentato una relazione al vescovo. Al termine della visita il vescovo stesso ha chiesto alle comunità di impegnarsi».
E così è stato, anche sulla scorta dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, citata nel documento, in cui papa Francesco sprona «ad avere una sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi. Si tratta di una responsabilità grave, giacché alcune realtà del presente, se non trovano buone soluzioni, possono innescare processi di disumanizzazione da cui è più difficile tornare indietro».
L’obiettivo quindi è quello di creare un’ampia rete di sensibilizzazione che spinga le amministrazioni comunali «a farsi promotrici di una vasta campagna di sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo», dice il documento. «Siamo a fianco delle amministrazioni – precisa il vicario – per sostenere chi vive il disagio a causa del gioco».
Leggi e scarica il documento del vicariato, in allegato.