Nel presepe di Codevigo Gesù è vivo tra noi
Anche per quest'anno, Codevigo festeggia il Natale con il presepe vivente. Le comunità dell'unità pastorale ricreeranno l'esperienza reale della famiglia, rappresentando e facendo rivivere i momenti, gli aspetti e i valori più preziosi della festa, mostrando i ruoli e le immagini della vita, della famiglia e della comunità strette intorno alla meraviglia della nascita. Primo appuntamento, la notte del 24 dicembre.
Anche per quest'anno, Codevigo festeggia il Natale con il presepe vivente.
Le comunità dell'unità pastorale ricreeranno l'esperienza reale della famiglia, rappresentando e facendo rivivere i momenti, gli aspetti e i valori più preziosi della festa, mostrando i ruoli e le immagini della vita, della famiglia e della comunità strette intorno alla meraviglia della nascita.
Questo Natale è il terzo in cui Codevigo vive l'esperienza della Natività festeggiando con la gente della propria comunità, in un'estensione collettiva dei sentimenti e dei pensieri che, generalmente, si condividono con i propri cari. E il fulcro e il senso più meravigliosi di questa celebrazione vivente sono costituiti dai bambini che rappresentano Gesù neonato: sono i piccoli nati nelle comunità dell'unità pastorale nel corso dell'anno, e incarnano il dono più bello di tutto il presepe.
La terza edizione continuativa del presepe vivente nasce, durante una cena tra amici, dall'idea di un originario gruppo di venti persone che l'hanno fortemente voluto, facendolo diventare un desiderio condiviso e impegnandosi fino a riuscire a coinvolgere 150 persone tra figuranti e collaboratori che si adoperano in un lavoro di organizzazione e preparazione che dura mesi.
Si può ammirarlo dietro al patronato il 24 dicembre dalle 23 all'una di notte; nel pomeriggio, dalle 15 alle 18.30 del 26 dicembre e, poi, l'1, il 6 e l'8 gennaio; la sera, dalle 21 alle 23, il 7 gennaio; e ancora nel pomeriggio, dalle 15 alle 18.30, il 15 gennaio, ultimo giorno per la rappresentazione, che si concluderà con una cena in sostegno dei terremotati del centro Italia.
Chi partecipa alla creazione del presepe vivente vuole «fare un'esperienza di famiglia e di comunità – spiega don Michele Fanton – dove ognuno dà quello che può: tempo, energie, risorse in piena libertà, senza pregiudizi di ogni genere senza pretese o costrizioni».
La risposta della gente è stata di grande accoglienza e partecipazione: l'anno scorso, hanno visitato il presepe vivente circa 5.000 visitatori. La gente di Codevigo non è nuova a queste esperienze, perché già nel 1986 ci fu il primo presepe vivente, visitato da un gran numero di fedeli e, ancora, risale al 2009 un secondo tentativo di rappresentare la Natività vivente, sempre con grande affluenza di pubblico. Perché, in passato, come oggi, quello del presepe vivente «è un evento che sta entrando sempre più nel cuore delle nostre comunità – conclude don Fanton – che lo sentono come un segno visibile del camminare insieme come chiesa».