Codevigo, 50 anni dopo: dalla distruzione del passato un monito per il futuro
Una mostra fotografica, un fumetto per gli alunni delle scuole, un libro che raccoglie i ricordi dell'allora parroco di Conche don Giuseppe Salbego, uno spettacolo teatrale. Così la comunità di Codevigo ricorda il cinquantesimo anniversario dell'alluvione che ha devastato il paese e il territorio.
Novembre 2016 per la gente di Codevigo non è una data qualunque: è la ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell'alluvione che ha devastato il paese e il territorio.
Cosa si fa quando la natura travolge e il mondo è in balìa degli elementi? Quando il panorama intorno, a vista d'occhio e fin oltre l'orizzonte, è sommerso da un'acqua opaca, fangosa e il freddo galleggia sulle carcasse degli animali annegati nelle stalle di tutte le case allagate, la cui risorsa primaria è l'agricoltura familiare?
Codevigo, negli anni, ha dovuto imparare a convivere con un territorio anfibio e, oggi, ricorda – commemorando i momenti del dramma iniziato dall'esondazione su via Zena – con una rassegna, che dal passato, vuole trarre spunto per una riflessione sul presente.
"La lezione del ‘66. Cosa abbiamo imparato cinquant’anni dopo la grande alluvione?" è la mostra fotografica itinerante curata dal Consorzio di bonifica Bacchiglione – in collaborazione con i comuni del comprensorio – che ha realizzato anche "Facciamo spazio all’acqua!", fumetto rivolto agli alunni delle scuole primaria e secondaria, che dall’anniversario dell'orrenda alluvione trae spunto per parlare di sicurezza idraulica e di manutenzione dei corsi d’acqua.
E dove viene custodita la memoria da tramandare alle giovani generazioni?
Nella memoria dell’allora parroco di Conche, frazione di Codevigo, don Giuseppe Salbego, che nella sua cronistoria ripercorre i tragici momenti dell’alluvione a partire dal 4 novembre 1966, giorno in cui il fiume Brenta ruppe gli argini per riversarsi tragicamente su campagne, fattorie, strade, travolgendo e distruggendo ogni cosa con la sua forza devastatrice.
Sono ancora i dettagliati registri parrocchiali, con le loro annotazioni quasi cronachistiche, i fondamentali documenti storici alla base del libro Il diluvio si è riversato sopra di noi dello storico Roberto Bettella. Nei documenti fotografici dell'epoca si vedono chiese diventate rifugio e ricovero, anche per il bestiame superstite: la salvezza delle risorse degli alluvionati.
Anche l'arte rievoca la calamità con Terra e acqua, spettacolo del Teatro della Gran Guardia di Padova, che racconta le alluvioni del 1951, 1966 e 2010, per riflettere sì sulla pericolosità degli elementi ma anche sulle responsabilità umane di tutela del territorio.