Sinodo sulla famiglia: la novità sta tutta nello sguardo
Inversione di priorità nelle tappe "tradizionali" dell'evangelizzazione con lo sguardo compassionevole e comprensivo. La misericordia che "accompagna" viene prima di ogni altra azione. Fa sentire amato chi è in difficoltà, apre il suo cuore e lo dispone all'ascolto. Solo dopo, si potrà annunciare il Vangelo della famiglia con i suoi contenuti dottrinali e le esigenze morali che ne conseguono.
Adesso è tempo di mettersi all’opera con più impegno. Pubblicato l’Instrumentum Laboris (IL) del prossimo Sinodo sulla famiglia, è ancor più tempo di riflessione, di approfondimento e di preghiera. Perché questa seconda fase di preparazione dell’assemblea sinodale non si tramuti in una sterile attesa, ma serva a far comprendere quale rinnovamento la chiesa vuol operare, “ad intra” e “ad extra”, per annunciare al mondo con franchezza il vangelo dell’amore coniugale e della famiglia, ancor più di fronte alle inedite e impegnative sfide che, nelle diverse aree culturali e sociali del pianeta, domandano risposte coerenti.
Ma parlare di rinnovamento significa, per definizione, far riferimento a qualche novità e, in questo caso, alle eventuali novità contenute nell’IL, capaci fin da ora di orientare il cammino di quanti, cattolici e non, hanno a cuore le sorti della famiglia. Dunque, quali novità importanti emergono dalle pagine dell’IL?
Il fondamento teologico. Dal punto di vista teologico, nonostante le aspettative di una parte dell’opinione pubblica e di certi media sempre in cerca di sensazionalismi, non sembra proprio che dal documento (I parte) emergano novità contenutistiche degne di nota. In altre parole, non risulta mutata la dottrina cattolica post-conciliare riguardante il matrimonio e la famiglia, pur venendo evidenziati temi (ad esempio, la legge morale naturale) che necessitano di una riflessione riattualizzante.
L’approccio pastorale. L’IL (II e III parte) dà ampia e sincera accoglienza alle tante nuove sfide che oggi impattano sulla realtà coniugale e sulla famiglia, chiamando con schiettezza i problemi per nome, alla ricerca di soluzioni pastorali condivise.
Ma anche qui – assunto che la storia umana, avanzando, pone problematiche nuove – l’afflato di fondo per una pastorale familiare efficace rimane quella tanto promossa e raccomandata dal Concilio Vaticano II. Anche da questa angolatura, insomma, non sembrano esserci sconvolgimenti sostanziali.
Una nuova prospettiva. Ma, allora, dove è la novità? A ben guardare, l’IL nella sua globalità indica una strada davvero nuova. Si tratta della prospettiva della “misericordia”, della misericordia di Dio, continuamente annunciata e testimoniata da papa Francesco. La misericordia di Dio che la chiesa sperimenta di continuo su di sé e che, con gratitudine, è chiamata a lasciar trasparire nel suo volto e nei suoi gesti.
Questo Sinodo – ha ricordato monsignor Bruno Forte – dovrà dare un’immagine della chiesa come «Madre impegnata a generare, accompagnare e sostenere tutti i figli di Dio, nessuno escluso, facendosi volto per ciascuno di essi dell’infinita misericordia del cuore divino».
Nella chiamata ad annunciare oggi il vangelo della famiglia, dunque, si riparte da qui, si riparte dalla misericordia divina ricevuta, che diventa anche modello e metodo pastorale, come ricorda la premessa dell’IL: «Tale accento sulla misericordia ha suscitato un rilevante impatto anche sulle questioni riguardanti il matrimonio e la famiglia, in quanto, lungi da ogni moralismo, conferma e dischiude orizzonti nella vita cristiana, qualsiasi limite si sia sperimentato e qualsiasi peccato si sia commesso. La misericordia di Dio apre alla continua conversione e alla continua rinascita».
Una novità nella novità. A questo punto qualcuno dirà: ma che novità è questa? La chiesa fin dai suoi inizi ha sempre annunciato la misericordia di Dio! Certamente sì.
Ma l’IL si spinge oltre, proponendo un’inversione di priorità nelle tappe “tradizionali” dell’evangelizzazione. Uno sguardo compassionevole e comprensivo «è quello che consente alla chiesa di accompagnare le famiglie come sono nella realtà e a partire da qui annunciare il vangelo della famiglia secondo le loro specifiche necessità» (IL 31).
Queste parole delineano un approccio evangelizzatore del tutto nuovo. La misericordia che “accompagna” viene prima di ogni altra azione. Perché fa sentire amato chi è in difficoltà, perché apre il suo cuore e lo dispone all’ascolto. Solo dopo, si potrà annunciare il Vangelo della famiglia con i suoi contenuti dottrinali e, progressivamente, le esigenze morali che ne conseguono.
E di fronte alle inevitabili incoerenze e cadute che ciascuno potrà sperimentare, sarà ancora la misericordia di Dio, trasparendo dal volto della chiesa, a rialzarci e rimetterci in cammino. «La misericordia, l’indulgenza, la remissione dei debiti – ha detto papa Francesco – non è solo qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale, una sorta di olio che ci aiuta ad essere più soavi. No! È la profezia di un mondo nuovo», è la profezia – forse la sola – che può curare le tante ferite dell’amore coniugale e delle famiglie in difficoltà.