Il matrimonio dura 16 anni. Sempre più coppie si separano all'estero
I dati Istat: 88.288 separazioni e 51.319 divorzi nel 2012. Leggero calo rispetto all'anno precedente, ma dal 1995 i divorzi sono quasi raddoppiati. Più stabili le nozze religiose. In aumento i cittadini italiani che, per ridurre i tempi di attesa, sciolgono il matrimonio in altri paesi dell'Unione Europea.
Nel 2012 le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319. In un contesto in cui i matrimoni diminuiscono, rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate del 68,8 per cento e i divorzi sono quasi raddoppiati. Questo trend di crescita sembra tuttavia registrare una battuta d'arresto negli anni recenti. Nel 2012, infatti, per la prima volta le separazioni diminuiscono (-0,6) mentre i divorzi già da qualche anno stanno registrando un calo (-5,8 in tre anni, -4,6 rispetto all'anno precedente). Lo rileva l'Istat nel rapporto sulle "Separazioni e divorzi in Italia nel 2012".
In aggiunta a questa tendenza di fondo, spiega l'Istat, negli ultimi anni si sta intensificando il ricorso da parte dei cittadini italiani allo scioglimento della propria unione coniugale in altri paesi dell'Unione Europea, riducendo così i tempi (e generalmente anche i costi) per l'ottenimento del divorzio e senza necessità di passare per la separazione. La durata media del matrimonio al momento dell'iscrizione a ruolo del procedimento risulta pari a 16 anni per le separazioni e a 19 anni per i divorzi.
I matrimoni più recenti durano di meno. Confrontando i matrimoni celebrati nel 1985 con quelli del 2005, le unioni interrotte dopo sette anni da una separazione sono raddoppiate, passando dal 4,5 al 9,3 per cento.
Le nozze religiose risultano essere più stabili. A sopravvivere alla crisi del settimo anno, nel 2012, sono 933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni della stessa coorte celebrati con rito civile.
L'età media alla separazione è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 49 e 46 anni. Questi valori sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi e' quella consensuale: nel 2012 si sono concluse in questo modo l'85,4 per cento delle separazioni e il 77,4 per cento dei divorzi.
I figli. Il 73,3 delle separazioni e il 66,2 dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. L'89,9 per cento delle separazioni di coppie con figli ha previsto l'affido condiviso, modalità ampiamente prevalente dopo l'introduzione della legge 54/2006.
I beni e la casa. Nel 20,3 per cento delle separazioni è previsto un assegno mensile per il coniuge (nel 98,4 per cento dei casi corrisposto dal marito). Tale quota è più alta al Sud e nelle Isole (rispettivamente 25 e 24 per cento). Nel 58,2 per cento delle separazioni la casa è assegnata alla moglie, nel 20,4 al marito mentre nel 18,4 per cento dei casi si prevedono due abitazioni autonome e distinte, ma diverse da quella coniugale.