"Oltre i confini". A Ponte San Nicolò una kermesse sull'accoglienza
Inizia il 30 gennaio "Oltre i confini", la kermesse organizzata dal comune di Ponte San Nicolò i collaborazione con le cinque parrocchie del territorio comunale. Obiettivo? Assecondare l'integrazione dei sette rifugiati accolti attraverso lo Sprar qualche mese fa. Aprire le porte non basta, è il messaggio, occorre anche incontrare, conoscere, stringere relazioni con queste persone arrivate dall'altra sponda del Mediterraneo.
Non basta aprire le porte. Bisogna conoscere. Bisogna trasformare i numeri, gli slogan e gli stereotipi in nomi, volti e storie.
Dal 30 gennaio al 12 febbraio si svolgerà a Ponte San Nicolò, comune dove risiedono sette profughi (che arriveranno a dieci) accolti con un progetto Sprar di microaccoglienza, la rassegna “Oltre i confini - migrazioni, accoglienza, inclusione”, una serie di appuntamenti, manifestazioni e incontri per aiutare la cittadinanza a vedere l’accoglienza da un altro punto di vista, distante dalle parole dei politici e dagli articoli di giornale.
«L’obiettivo della rassegna – spiega l’assessore al sociale Marta Burattin – è comprendere meglio la realtà delle migrazioni. Con lo Sprar volevamo accogliere un piccolo numero di beneficiari, e allo stesso tempo mostrare alla cittadinanza un tipo di accoglienza possibile. “Oltre i confini” permetterà ai cittadini, a tutti e in modo diverso, di potersi confrontare non solo con il fenomeno dell’emigrazione in generale, ma anche di incontrarsi direttamente con le persone che sono arrivate fino a qui».
I rifugiati a Ponte San Nicolò non si vedono molto in giro: «Tutti sono impegnati nei corsi d’italiano. Qualcuno ha già iniziato uno stage presso qualche azienda, un altro sta frequentando la scuola guida per poter riprendere a lavorare come tassista, come faceva nel suo paese. Due di loro giocano con le squadre di calcio di Ponte San Nicolò, altri cantano nei cori, mentre uno dei giovani ha già trovato un lavoretto. In più, i profughi si sono resi disponibili nel prestare il loro servizio alla Caritas e nella distribuzione dei notiziari comunali».
Alcuni di loro hanno contribuito ad allestire il presepe vivente di Roncajette, e uno di loro, Cinoso, 30enne nigeriano cattolico, ha fatto pure il re magio. «Ponte San Nicolò è stata davvero capace di mostrare la sua accoglienza. E grazie alla rassegna avrà modo di incontrare queste persone».
“Oltre i confini” consisterà in due mostre, una fotografica, curata da Francesco Malavolta, e una interattiva, con gli scout del clan Piove di Sacco 2, presso l’atrio del municipio di Ponte San Nicolò. Per entrambe le mostre sono previste visite guidate per le scuole e per le associazioni. Ci saranno letture animate del libro Nel mare ci sono i coccodrilli nelle scuole elementari e un concorso per le medie con racconti e disegni sul tema dell’accoglienza. Anche il cinema racconterà il dramma dei rifugiati: in sala civica “Unione Europea” venerdì 3 febbraio, alle 20.45, la proiezione di Io sono Li di Andrea Segre, mentre il 10 febbraio, alla stessa ora, Dove vanno le nuvole di Massimo Ferrari.
Anche le cinque parrocchie sannicolesi saranno coinvolte da protagoniste nella kermesse. I ragazzi delle medie si raduneranno nella parrocchia di Roncajette per alcuni laboratori di conoscenza reciproca, con la possibilità di intervistare, guidati dagli operatori della cooperativa Città Solare, alcuni rifugiati. Per i giovani dai 18 ai 30 anni, invece, sono stati pensati due incontri di autonarrazione, mercoledì 1° e mercoledì 8 febbraio alle 20.45 presso il patronato nuovo di Roncaglia, con lo scopo di incontrare e di conoscere i coetanei arrivati dall’Africa.
«La paura – osserva il parroco di Roncaglia don Francesco Tondello – c’è quando non ci si conosce. Più ci si conosce, meno si ha paura. Tutte le occasioni che possono alimentare la conoscenza favoriscono il dialogo e l’integrazione». «Non basta mettere a conoscenza le persone sui meccanismi dell’accoglienza – aggiunge il presidente della cooperativa Città Solare Maurizio Trabuio – ma occorre capire cosa nel mondo sta provocando questi spostamenti. Quando si capiscono i motivi che generano le migrazioni, sia nelle scelte collettive che in quelle personali, l’atteggiamento cambia radicalmente. Sono convinto dunque che un’attività culturale come questa sia parte integrante del processo di creazione dell’atteggiamento delle comunità verso i migranti».
La rassegna sarà replicata nei prossimi mesi anche negli altri tre comuni che, con Ponte San Nicolò, partecipano allo stesso progetto Sprar: Piove di Sacco, Rubano e Montegrotto.