"Anna che sorride alla pioggia", storia di fragilità e bellezza
Giovedì 5 ottobre, alle 18.30 al San Gaetano a Padova, Guido Marangoni presenta il suo primo libro che narra la storia della sua famiglia, di Daniela, sua moglie, delle loro tre figlie Marta, Francesca e Anna e dell'arrivo inatteso di quest'ultima che, con il suo cromosoma in più arricchisce la loro vita.
«“Scusa, ma perché vi parlava della sindrome di Down?”. “Beh, perché Anna ha la sindrome di Down”, rispose Daniela prendendo in braccio la piccola. “Vero, Anna? Un bel cromosoma in più!”. “Ma come? In questi giorni parenti, amici, regali, palloncini, colori. Avete fatto festa e sembra che siate felici...”. “C’è anche una buona dose di paura, ma lo siamo davvero... e poi abbiamo fatto festa ad Anna, non alla sindrome di Down!”. Quando Daniela dà queste risposte la sposerei».
Anna che sorride alla pioggia, storia di calzini spaiati e cromosomi rubati non è un libro sulla sindrome di Down. È anche un libro sulla trisomia 21, ma va oltre. Non si ferma qui perché in realtà è prima di tutto una grande dichiarazione d’amore dell’autore padovano, Guido Marangoni, alla moglie Daniela e alle loro tre figlie: Marta di 17 anni, Francesca di 15 e Anna di tre e mezzo.
Il libro della Sperling&Kupfer, che viene presentato giovedì 5 ottobre alle 18.30 al centro San Gaetano nell’ambito della Fiera delle parole, nasce dall’inguaribile positività di papà Guido, ingegnere informatico e comico per passione, che ha voluto raccontare la storia della sua famiglia e dell’arrivo di Anna, perché «oggi abbiamo bisogno di “buone notizie” – sottolinea – e perché tutti necessitiamo di guardare noi stessi e gli altri, la vita, la sua bellezza ma anche la sua fragilità, da angolature diverse per scoprirne la forte potenza creatrice».
«La vita non è sempre tramonti mozzafiato – continua Guido Marangoni – A volte passa per percorsi non obbligati e non possiamo prendere solo quello che ci interessa. L’arrivo di Anna per noi è stato solo la conclusione di un percorso durato anni e per me, come credente, è stata anche un’opportunità nuova per ripartire dalle mie fragilità. Ma, soprattutto, ho potuto mantenere fede alla tacita promessa fatta molti anni prima a madre Teresa che all’epoca, da adolescente, non riuscivo proprio a capire. La vecchietta di Calcutta mi disse che qualora avessi avuto un figlio, non avrei dovuto aver paura...».
Intingendo la penna nell’ironia, Guido Marangoni stempera i passaggi più delicati e dolorosi con i colori della fiducia, ma soprattutto dell’amore per ognuna delle sue donne di casa. «La vita mi ha insegnato a sospendere il giudizio perché ci si mette davvero un attimo a salire sul piedistallo. Ci dimentichiamo troppo spesso, invece, di metterci nei panni degli altri. È la persona che conta con il bagaglio che porta con sé e che non possiamo sempre conoscere, ma la potenza dell’incontro ci aiuta ad andare oltre. A comprenderci di più».
È nata così un paio d’anni fa la pagina Facebook “Buone notizie secondo Anna” che oggi “colleziona” oltre 36 mila e 700 contatti.
Nella bacheca si parla di disabilità partendo sempre dalla quotidianità di Anna, dei suoi genitori e delle sue sorelle. L’ispirazione a papà Guido di usare in modo positivo la rete e Facebook, è venuta direttamente da papa Francesco che sostiene come si debba «reimparare a raccontare» perché «la diversità può diventare, grazie all’amore dei genitori, dei fratelli e di altre persone amiche, uno stimolo ad aprirsi, a condividere, a comunicare in modo inclusivo». La pagina di Anna riesce a intercettare mondi insondabili e trasversali, non solo legati alla disabilità. «La cosa più bella – continua Guido Marangoni – è il grande affetto verso questo “personaggio” che è Anna. Quando capita, sono gli utenti stessi a difendere la sua immagine da utilizzi impropri. “Anna” con il suo candore è riuscita pure a rinsavire più di qualcuno che utilizza l’umorismo per fare razzismo in rete».
La leggerezza che – attenzione – non è superficialità, con cui la redazione dalla cucina della famiglia Marangoni comunica in rete il proprio modo di vivere e affrontare la quotidianità insieme alla loro bambina è la chiave di tutto, anche in Anna che sorride alla pioggia.
«Arriviamo spesso a persone lontane, in tutta Italia, e in alcuni casi anche le incontriamo. Mettiamo loro in braccio Anna, la “stalker del sorriso”, e anche i problemi più insormontabili assumono una dimensione diversa».