La scuola è più inclusiva anche grazie al volontariato
A pochi giorni dall’inizio di un nuovo anno scolastico, che significato assume questo appuntamento per molti volontari e associazioni padovane? Rinalda Montani, presidente del comitato Unicef di Padova e docente universitaria, focalizza i punti salienti.
La scuola ormai è alle porte e il pensiero va subito alle numerose realtà che si occupano di minori e, in particolare, a bambini e ragazzi che vivono situazioni di difficoltà per emarginazione, differenze linguistiche e culturali, per povertà familiari ed educative o per disabilità.
Quale ruolo queste associazioni e cooperative sociali, insieme a tutti i cittadini, possono avere nel rendere la società più inclusiva, a partire dalla scuola e dai percorsi educativi e formativi di diverso livello?
Abbiamo chiesto a Rinalda Montani, presidente del comitato provinciale per l’Unicef di Padova e docente dell’università degli studi di Padova, grazie alla sua decennale esperienza, a che punto siamo in Italia rispetto alla convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Onu.
Unicef, a livello nazionale, promuove una «scuola amica delle bambine, dei bambini e degli adolescenti». Cosa significa per Unicef, e per lei, lavorare affinché la scuola diventi amica dei bambini?
«Per Unicef nazionale e Unicef Padova che rappresento, lavorare affinché la scuola insieme alla città, alla sanità e allo sport diventi amica dei bambini, parte proprio dalla parola “insieme”, cioè dal costruire in modo autentico, condiviso e partecipato un progetto che abbia al centro lo star bene e – perché no? – il sentirsi felici da parte dei bambini e delle loro famiglie. Attraverso una grammatica del “noi” a partire da ognuno di noi».
Cosa significa, oggi, pensare ad una scuola inclusiva e accogliente e qual è il ruolo che può assumere la comunità in sinergia con la scuola per ridurre le situazioni di fragilità?
«Nell’ottica del “noi” la dimensione inclusiva e quindi accogliente diventa imprescindibile, ma il valore inclusivo della scuola, che si fonda su progetti di didattica differenziata, ha bisogno della comunità come previsto dal Pai (piano annuale per l’inclusività). Esso prevede cultura, pratica didattica e politica intrecciate dall’azione adulta nei confronti dei bambini e degli adolescenti. Dobbiamo rendere generativo il valore scuola, a partire da una cultura condivisa di cittadinanza, che si fonda sui diritti conosciuti e vissuti. In tempi complessi come gli attuali possiamo dire che i diritti camminano sulla strada della legalità».
Cosa significa questo nel concreto? Quali ambiti sono ancora da esplorare?
«Ai sindaci chiediamo, insieme ai bambini: gioco, cultura, verde e aria sana. Ricordiamo loro che “chi semina diritti raccoglie cittadinanza”. Chiediamo ancora “spazi dedicati”, al fine di far crescere il senso di appartenenza al proprio territorio, per poterlo abitare con consapevole senso identitario. La Crc (Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia) è abbastanza conosciuta e riconosciuta dalle istituzioni e dalla scuola, ma deve appartenere alla quotidianità e non solo alle ricorrenze; essa è trasversale alle discipline come previsto dalle indicazioni nazionali 2012. Inoltre ritengo si debba lavorare di più per la conoscenza e il valore sociale della Convenzione sui diritti delle persone disabili (2006). Come recita il film di Walter Veltroni “I bambini sanno”, ma hanno bisogno del dialogo e dell’ascolto attivo degli adulti».
Quali sono i progetti che avete attivi come Unicef Padova legati al mondo della scuola e dei diritti dell’infanzia?
«A Padova abbiamo attivi i progetti nelle scuole con il “Vivipadova”, e mensilmente promuoviamo il progetto “Diritti in piazzetta Forzatè”. In provincia, ad esempio, lavoriamo con i comuni di Cadoneghe, Gazzo, Vigonza. Recentemente stiamo realizzando un monitoraggio sulla Crc in collaborazione con l’Anci Veneto. Infine ricordo il nuovo Progetto Unicef “Scuole amiche” 2017/2018 dal titolo “Per ogni bambino, la giusta opportunità”. Il tema dell’equità e della giusta opportunità non ci deve far dimenticare i bambini in pericolo in Siria e in altre parti del mondo per i quali lavoriamo attraverso la nostra continua raccolta fondi. La conoscenza e la pratica dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile 2015-2030 riguarda il futuro del nostro pianeta, e diventa opportunità per lavorare insieme adulti e bambini con la ricchezza valoriale portata dalle culture diverse che coabitano nelle nostre scuole».
In occasione dell’inizio di un nuovo anno scolastico, qual è l’augurio che vuole fare agli insegnanti, alle famiglie, ai bambini e ragazzi?
«Per il nuovo anno scolastico consegno tre parole impegnative a tutti: possibilità, partecipazione, entusiasmo. Tutti quanti insieme».
Per contattare il comitato Unicef di Padova è possibile utilizzare il numero 049-8754988 o l’indirizzo comitato.padova@unicef.it