Sobon: il pane che dalla fragilità punta alla qualità
La fragilità produce qualità. È questo lo slogan scelto dai nove giovanissimi soci della cooperativa sociale di tipo b “Sobon, solidarietà e bontà” la prima a produrre a Padova pane certificato bio puntando sull’integrazione lavorativa di persone con disabilità.
Trasformare il pane in un prodotto innovativo capace di coniugare la qualità delle materie prime con l’integrazione lavorativa di persone con disabilità è possibile e da gennaio 2017 è realtà a Padova grazie a “Sobon, solidarietà e bontà”, la cooperativa sociale di tipo B avviata da nove ragazzi accomunati dal sogno di costruire un’impresa capace di cambiare il settore della panificazione mettendo al centro la salute attraverso la scelta della filiera delle materie prime e il processo di lievitazione lenta con il lievito madre.
«Il nostro slogan è la fragilità produce qualità – spiega Turcato – perché un pane fatto con pasta madre ha una struttura molto debole che non consente un processo di alta industrializzazione ma richiede delle lavorazioni fatte a mano che danno maggiore possibilità di creare occupazione per persone con fragilità. Anche la fase di confezionamento del nostro prodotto richiede un processo manuale e quindi aumenta le opportunità di lavoro».
A soli sei mesi dall’inaugurazione la cooperativa ha già avviato il primo percorso di inserimento lavorativo. Entro l’anno l’azienda prevede di mettere sul mercato nuovi prodotti (come, per esempio, i grissini alla paprika e semi di chia, agli spinaci e semi di canapa, alla cipolla e omnium) che consentano fasi di lavorazioni più lunghe nelle ore diurne, in questo modo sarà possibile creare nuove opportunità di inserimento lavorativo per persone con fragilità.
«L’incubatore di Sobon – conclude Turcato – è stata Riesco, la cooperativa sociale di tipo B nata nel 2006 dalla volontà di alcune realtà sociali del territorio (Iride, MeA e Dina Muraro) di offrire ai propri ospiti, con problemi di disabilità, un servizio di ristorazione di qualità, con un menu ricercato e vario. In questi dieci anni Riesco è passata dai 60 pasti iniziali agli oltre mille di oggi, e il 30 per cento dei suoi lavoratori appartiene a categorie deboli o che versano in situazione di svantaggio».
«L’idea iniziale – prosegue il vicepresidente – era quella di creare nuovi posti di lavoro sviluppando un prodotto, come il pane, che in una prima fase potesse essere commercializzato attraverso l’attività di distribuzione pasti di Riesco».
«Dopo l’incontro con Maurizio Farnesi, 64 anni – spiega Stefano Turcato, 32 anni, vicepresidente Sobon – fornaio di seconda generazione che fino al 2016 ha avuto un suo laboratorio a Pozzonovo e oggi è nostro socio lavoratore, abbiamo avuto chiaro cosa volevamo realizzare e abbiamo subito coinvolto nel progetto alcuni biologi che ci hanno aiuto a studiare le caratteristiche degli ingredienti e a cercare le combinazioni migliori per un prodotto di alta qualità»
Fin dall’inizio la ricerca del gruppo si è concentrata sugli impasti madre bio, che arricchiscono il pane di batteri lattici utili alla flora intestinale; sull’utilizzo di farine integrali italiane macinate a pietra, tecnica che garantisce la presenza del germe del chicco che è la parte più ricca di proprietà nutritive, e sull’uso di solo olio extravergine d’oliva.
Il risultato sono quattro tipi diversi di pane (germe di grano, cuore di segale, omnium e grano duro) e due basi per pizza prodotti e commercializzati in via Prima Strada, 11 (zona industriale di Padova).
Poi però, dopo la partecipazione alla manifestazione “El biologico in piassa” dello scorso maggio e il passaparola, la domanda è aumentata e a giugno Sobon ha inaugurato il suo primo punto vendita in via Prima Strada 11, dove è possibile trovare il pane appena sfornato.
L’obiettivo dei soci è di aprire un punto vendita in centro a Padova entro la fine dell’anno.
Info www.sobon.it