Un po' di dolcezza aiuta sempre. Quando una giornata parte in sordina e poi si ripiglia!
Giorni apparentemente tutti uguali: il lavoro procede, la scuola va avanti, a distanza, si cucina, si gioca, si legge. Ma ogni tanto questa nuova routine si rompe. E...non ho voglia di fare nulla! Capita a me, capita ai miei figli. Poi qualcosa fa prendere alla giornata una svolta diversa. E alla fine si riesce sempre a sorridere!
In questi giorni apparentemente sempre uguali mi capita ogni tanto di non aver voglia di fare nulla.
Oggi è così. La sveglia è suonata alle 7: da quando siamo in quarantena ci concediamo tempi più rilassati. Fra una mezz’oretta più o meno sentirò il drin di altre due sveglie, a distanza di una manciata di minuti l’una dall’altra. So già che qui il regime militare non regge. L’equazione “la sveglia suona quindi mi alzo dal letto”, almeno in questi giorni di reclusione, non funziona. Pochi minuti ancora e la giornata inizia per davvero.
Ma oggi sento che proprio non va. Dovrei aprire il computer, guardare le mail, (anche se ormai le ho già lette dal telefono), dare un occhio ai siti di riferimento e decidere “che cosa fare”.
E invece non prendo il computer. In segno di ribellione vado a stirare, faccenda domestica che solitamente riempie il mio tempo solo quando i panni raggiungono l’altezza di una catena montuosa. Vuol dire che oggi proprio non va.
Stiro mezz’ora, giusto per non esagerare!
E poi mi obbligo a dare un senso alla giornata. Guardo il registro elettronico di Caterina e controllo la piattaforma Weschool per Tommaso. Ora ciascuno ha il suo lavoro da svolgere. Loro sono bravi, si mettono all’opera. Ieri Tommaso non ha fatto molto: ad un certo punto la rabbia ha avuto il sopravvento. Non riusciva più a connettere, vedeva gli esercizi e si sentiva soccombere. Il cervello era in tilt, due lacrimucce stavano per scendere… non riusciva ad eseguire semplici operazioni. In tempi normali, presa dalla frenesia degli impegni, dalle attività da fare, forse mi sarei arrabbiata. «Ok – gli ho detto – lascia perdere, vai fuori a giocare (ndr in giardino ovviamente! Di questi tempi è meglio specificare!). Vai fuori a scaricarti un po’. Dopo ti aiuto io, vai fuori perché tanto così non combini nulla». Era titubante, poteva fidarsi o nel giro di due secondi avrebbe sentito la Furia Mamma avventarsi su di lui? No, poteva fidarsi! E così felice e per niente rapito dai sensi di colpa, è uscito con sua sorella e suo papà a fare due tiri a canestro.
I due tiri si sono trasformati in una pausa di un paio d’ore e quindi quando è rientrato in realtà ha fatto ben poco. Ho provato ad aiutarlo, ma la cena era quasi pronta e a questo si aggiungeva la voglia di chiudere la giornata, di non vedere più un computer o un tablet acceso, di sederci e chiacchierare e così ho assecondato nuovamente la poca voglia di fare. Pazienza!
Oggi sono io nella situazione di Tommaso. Solo che il mio senso di responsabilità di adulto e di genitore mi obbliga a darmi da fare, in qualche modo. Quindi li aiuto un po’ nei compiti e poi li lascio liberi di giocare. E all’improvviso la giornata prende subito un’altra svolta perché la spensieratezza e l’allegria dei miei figli aiuta molto. Ascolto sorridendo le storie e i dialoghi fra personaggi Lego, ricche di colpi di scena, piene di effetti sonori, rumori: uno sceneggiatore della Marvel potrebbe davvero prendere ispirazione! Mi sorprende sempre questa fantasia di cui sono capaci i bambini. Riuscire ad isolarsi in un loro mondo, inventare dialoghi e storie complicatissime, immedesimarsi in personaggi, creare mondi e imprevisti. Che bello!
La giornata si conclude con una immancabile richiesta. «Cuciniamo qualcosa? Facciamo un dolce, dai!», mi dice Caterina. Di questi tempi un po’ di dolcezza aiuta sempre. Cerchiamo insieme una ricetta in base agli ingredienti che abbiamo. Ecco, trovata! La torta sbrisolona con marmellata! Lei misura gli ingredienti, li amalgama, io poi stendo la frolla, completiamo con la marmellata e la copertura e via in forno. Non appena il timer scatta Caterina vuole subito assaggiare! Io attendo con un po’ di ansia il suo giudizio che solitamente è positivo, ma non manca mai una piccola critica: «Si, è buono però… ».
Ci si può sempre migliorare… Sorrido. La giornata è andata!