Solesino ricorda suor Bernardetta Boggian e il suo sacrificio in Burundi
Venerdì 18 novembre la parrocchia organizza una serata dedicata alle tre saveriane uccise in Burundi nel 2014. La relatrice sarà la consorella Teresina Caffi, curatrice del libro “Va', dona la vita!”
La parrocchia di Solesino spalanca le porte alla missione per capire che cosa significa servire Dio e i fratelli nei contesti più difficili.
A parlarne è suor Teresina Caffi in un incontro in programma venerdì 18 novembre alle ore 20.45 in patronato, e dedicato alla vita delle tre missionarie saveriane uccise in Burundi nel 2014. Le loro esperienze di fede e di servizio al prossimo sono state ripercorse nel libro Va’, dona la vita! pubblicato da Emi e curato proprio da suor Teresina, che con Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian ha condiviso alcuni anni di missione in Africa.
La testimonianza della religiosa si focalizzerà proprio su quest’ultima sua consorella, originaria di Ospedaletto Euganeo e ben conosciuta anche nelle parrocchie vicine perché fin da ragazza si è impegnata a sostenerne le attività pastorali.
E oggi più che mai, in un tempo in cui i cristiani vivono una fede tiepida, la sua esperienza di vita può indicare il sentiero della totale fiducia in Dio, come ricorda il tema della serata: “Bernardetta: una vita e dei pensieri che ci parlano”.
Pensieri che hanno rischiato, però, di rimanere confinati negli scritti personali di Benedetta e delle altre due missionarie, ma che poi sono stati riscoperti per diventare nuova linfa. «Subito dopo la morte delle tre consorelle, nonostante le richieste ricevute, non mi sembrava il caso di scrivere un libro dedicato alla vicenda – racconta suor Teresina – ma poi, sistemando i loro libri ed effetti personali ho travato dei testi che mi hanno permesso di accedere al loro mondo interiore, caratterizzato non solo da speranze, ma anche da limiti». E proprio dalla consapevolezza della loro fragilità, secondo la curatrice del libro, è scaturita la capacità di amare il prossimo senza mai giudicare, anzi, donando la vita se necessario.
Le tre missionarie sono andate incontro proprio a questo destino, uccise nel loro convento di Kamenge.
«La morte, anche violenta – spiega suor Teresina – è una cosa che dobbiamo mettere in conto perché la missione è una forma di maternità spirituale. Così come per la donna il parto può essere un appuntamento con la vita oppure con la morte, anche noi siamo pronte a sacrificarci perché qualcun altro possa vivere; nel nostro caso si tratta delle comunità africane in cui operiamo e per le quali siamo diventate un punto di riferimento».
Attraverso la testimonianza della suora saveriana i gruppi missionari dei vicariati di Este e Monselice, organizzatori dell’incontro, sperano di aiutare i fedeli ad accettare la sfida del servizio ai fratelli.
«Non serve il devozionismo – afferma Margherita Ceschi, referente del gruppo missionario di Solesino – ma la spiritualità anche orizzontale perché Gesù lo si incontra nelle persone».
A Solesino questa sensibilità, condivisa dagli ultimi due parroci e da alcuni volontari, ha portato alla creazione di un gruppo missionario molto attivo nel proporre incontri, corsi di formazione e animazioni liturgiche in collaborazione con le altre parrocchie del vicariato di Monselice. Non solo: all’opera di sensibilizzazione si è affiancato anche l’impegno concreto a favore dei paesi poveri. Nel 1994, infatti, in paese è nato uno dei primi negozi equosolidali d’Italia, “L’arcobaleno”, gestito dall’associazione omonima e oggi socio della cooperativa “Angoli di mondo” di Padova.
In parrocchia, insomma, si respira un’atmosfera missionaria che gli animatori sperano possa coinvolgere sempre più i credenti, spingendoli a vivere la propria fede in modo attivo e consapevole.