“Va’, dona la vita!". In un libro la vocazione e la morte in Burundi di suor Bernardetta Boggian
A fine mese sarà il libreria “Va’, dona la vita! Storia, parole, morte di tre missionarie saveriane in Burundi”, di Editrice Missionaria Italiana, di suor Teresina Caffi, presentato in anteprima al Meeting di Rimini. Il libro si apre col racconto della morte di Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, le tre missionarie saveriane uccise nel 2014 nella loro casa in Burundi.
“Va’, dona la vita! Storia, parole, morte di tre missionarie saveriane in Burundi”, si apre col racconto della morte e prosegue con i profili di ciascuna delle tre Saveriane, profili che hanno l’intento, più che di raccontare fatti, di dare loro ancora voce. Per questo il libro ha Olga, Lucia e Bernardetta come autrici.
Teresina conosceva bene le tre missionarie.
"Non ci era mai capitata una cosa simile; le stesse tre sorelle avevano vissuto situazioni ben più pericolose durante le guerre in Congo. Attendiamo ancora di conoscere chi e perché le ha uccise, ma una cosa è certa: esse sono arrivate a realizzare quello che desideravano, dare la vita per Cristo".
Teresina Caffi, bergamasca di origine,ha compiuto 66 anni a gennaio, buona parte dei quali trascorsi in missioni in Africa, tra Burundi (dal 1982 al 1984) e Repubblica Democratica del Congo dove trascorre ancora sei mesi l’anno, da gennaio a luglio.
Missionaria saveriana, è entrata nel 1971 nella famiglia delle missionarie di Maria di Parma fondate dal saveriano padre Giacomo Spagnolo e da madre Celestina Bottego nel 1945.
Nel 1974 ha pronunciato il suo “sì”, quel “sì” che oggi - racconta - fa paura a molti ragazzi.
"Credo che oggi i giovani siano spaventati da quel ‘per sempre’ che ti cambia la vita", dice a proposito della mancanza di vocazioni che inesorabilmente si avverte anche nella sua congregazione.
Fino agli anni ‘60 entravano a far parte della famiglia delle missionarie di Maria anche 15 ragazze l’anno, ora bisogna fare i conti con i problemi di anzianità e malattia, perché sono davvero poche le giovani donne italiane che decidono di donarsi a Cristo in questo tipo di scelta.
A tal proposito, Teresina lancia un appello alle nuove generazioni.
"La missione – afferma - è una cosa fantastica. Più ti doni ai poveri, più ti occupi e spendi per gli altri e più ricevi. I poveri meritano il dono della nostra vita. Forse i giovani temono il ‘per sempre’ che fa parte della nostra scelta ma io credo che ci si senta davvero sposati solo quando si pronuncia quel ‘per sempre’ con tutto se stessi, altrimenti siamo anime sempre migranti".
Nonostante momenti difficili, che inevitabilmente ci sono, Teresina non si è mai pentita della scelta fatta a soli 21 anni.
"Il grande motore della mia scelta è stato Dio – sottolinea - ma anche l’incontro con i poveri. Quando sono in loro compagnia comprendo da una parte l’immensa fortuna che ho di godere della loro amicizia; quando mi stringono la mano, quando mi considerano loro sorella, capisco che io dalla vita ho già ricevuto tantissimo. Per me è un onore grande essere con loro".
Teresina, che collabora con la rete Pace per il Congo, nello stato africano è catechista, tiene corsi di Bibbia e condivide percorsi di ricerca di giustizia e di pace.
"Di fronte al dramma che ha vissuto la popolazione del Congo in questo ventennio in cui la guerra ha ucciso milioni di persone – spiega la missionaria saveriana - ho capito che l’apporto che potevo dare oltre alla presenza, l’amicizia, lo stare insieme e il condividere nella mia piccolezza il loro dolore, era proprio l’annuncio del Vangelo come unica via di uscita".
I poveri del Congo hanno insegnato tanto a Teresina, che ogni volta torna in Italia arricchita.
"Ho visto continui esempi di perdono e solidarietà – racconta - Camminare con loro in questo percorso di vita evangelica è stato come scoprire l’antidoto alle brutture che hanno vissuto senza averlo scelto. È vero che il regno di Dio è dei poveri. Una delle più belle esperienze di chiesa alle quali cerco di partecipare sono le comunità ecclesiali di base: ogni settimana ci si riunisce e scopri che davvero lo Spirito Santo abita nel cuore dei poveri. Sono affascinata quando ascolto il commento al Vangelo da persone che sanno leggere a malapena o che non hanno fatto studi particolari: trasmettono con disarmante semplicità una saggezza, una profondità e una capacità di leggere la vita che può solo venire dall’Alto".
"Il Pontefice ci ha allargato il cuore sottolineando un aspetto che anche i nostri fondatori ci ricordavano sempre: la misericordia viene da Dio e noi esistiamo per esserne strumento. Ci siamo sentiti incoraggiate nella nostra strada e nella nostra missione soprattutto ora che siamo poche di numero e spesso fragili di forze".