Ogni domenica a messa, i giovani di San Camillo aggiornano sul sinodo
Un momento, alla fine della messa, dedicato ai giovani e al loro sinodo. Nella parrocchia di San Camillo de Lellis l’idea è nata per caso, come spesso accade alle cose belle, una domenica di giugno, al termine della messa delle 19, quella più partecipata dai giovani, celebrata da padre Renzo Rizzi. E poco alla volta è diventata una piacevole abitudine.
«Da quando è iniziato il Sinodo, con la veglia di Pentecoste – spiega Irene Seno, moderatrice di uno dei gruppi sinodali – padre Renzo, che ha preso molto a cuore questa iniziativa del vescovo, il giorno dopo mi ha chiesto di raccontare come si era svolta la cerimonia in Duomo. Nell’occasione abbiamo anche letto la preghiera del sinodo dei giovani. Da allora, ogni domenica alla fine della messa, dopo gli avvisi parrocchiali, chiede a qualcuno di noi di andare a dare degli aggiornamenti». Come quelli relativi all’incontro svoltosi a livello vicariale tra i moderatori dei gruppi sinodali per confrontarsi su problemi e prospettive.
«Quello che stiamo cercando di fare – prosegue Irene – è coinvolgere quanti più giovani possibile, anche quelli che abitualmente non frequentano le attività della parrocchia, per creare dei gruppi sinodali eterogenei, per età ed esperienze. Evitando, ad esempio, di creare il gruppo degli scout, quello dell’Azione cattolica e così via. Cerchiamo di coinvolgere anche persone che si sono allontanate dalla parrocchia e perfino dalla chiesa, perché il vescovo ha detto che questo è il sinodo dei giovani, di tutti i giovani padovani».
Un grande sostenitore di questo impegno è il parroco di San Camillo de Lellis, padre Roberto Nava.
«I giovani rappresentano le nostre speranze – dice – ma è importante che il loro coinvolgimento parta dalla base, altrimenti non lo sentono proprio. Devono essere i giovani ad avvicinare gli altri giovani, e per fare questo devono avere voce. Nella nostra parrocchia c’è spazio e ci sono possibilità. Alcuni si avvicinano per fare amicizia tra loro. Il passo successivo è l’amicizia con Gesù. Ma prima di tutto devono sentirsi bene nella chiesa».
Ma che chiesa vorrebbero i giovani?
Padre Roberto cita John Fitzgerald Kennedy: «Non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese».
«I giovani di oggi – spiega – sono distratti da molti interessi. Quello che vogliono è una chiesa povera, vera, accogliente. Come parroci vorremmo che i giovani in chiesa si sentissero a casa loro e si sentissero protagonisti. Ma per arrivare a questo devono fare esperienze positive. Hanno bisogno di sentirsi accolti e non giudicati».