Sinodo dei giovani: movimento che crea relazione
L'esperienza di Nicolò Scarparo dell'unità pastorale di Guizza e della commissione preparatoria diocesana del Sinodo dei giovani. Movimento che crea e migliora le relazioni è per lui la chiave per entrare in profondità allo spirito di questa opportunità ecclesiale da non perdere.
Il sinodo è una possibilità preziosa, un’occasione che è stata data dal vescovo Claudio a tutti noi giovani di Padova. Non desidero altro che questa grande opportunità venga sfruttata al meglio per la nostra chiesa.
La chiesa di Padova ha, infatti, bisogno di una svolta che porti iniziativa, movimento, relazione e soprattutto che faccia spazio alla “Grinta del giovane”.
Mi piace, appunto, chiamarla così, “Grinta del giovane”: è questo lo stato d’animo che infatti mi ha dato il coraggio di rispondere con un “sì” sincero a un percorso che sono sicuro porterà frutti. Mi sono messo in gioco e tutt’ora lavoro per portare dei cambiamenti a una chiesa forse statica, lenta e probabilmente un po’ debole ma che necessita di una voce giovane, chiara e potente. Dobbiamo credere a una chiesa con un volto nuovo.
Ecco allora quello che reputo essere il primo principio fondamentale di questo sinodo, l’iniziativa: importanti e fondamentali sono le proposte portate dai giovani all’interno delle loro parrocchie, testimonianze di un pensiero diverso, una visione della realtà comunitaria ed ecclesiale differente rispetto a quella di un adulto e che credo debbano essere ascoltate dai consigli direttivi e dai parroci.
Il mio invito è, infatti, quello di ascoltare i vostri ragazzi perché la chiesa come la si conosceva vent’anni fa non esiste più. Ero e sono convinto che nessuna proposta di questo sinodo può essere portata a termine se non con l’aiuto di ogni giovane di Padova. Tutti sono importanti. Mosso da questo spirito, sentivo inoltre che il sinodo non fosse ancora riuscito a porre le sue radici in alcune parrocchie del mio vicariato. Io, da responsabile, mi sono impegnato a trovare una soluzione. Ero stanco però dei soliti gruppi Whatsapp, di quei messaggi che per la fretta o per la mancanza di voglia nessuno legge mai.
Ho preso la macchina e sono partito per raggiungere le parrocchie del mio vicariato e portare la presenza chiara ed evidente di un sinodo vero. Il sinodo, infatti, si esprime anche col movimento. In questo modo ho conosciuto volti nuovi, stretto nuove relazioni e nuove amicizie; ho avuto la possibilità di mettermi in ascolto e di scoprire anche alcune tra le difficoltà più scomode delle realtà parrocchiali di Padova.
L’ultimo pilastro fondamentale che delinea il movimento sinodale è poi la relazione. È fondamentale coinvolgere i propri amici in questo itinerario, creare nuove opportunità di incontro nelle parrocchie, nei patronati, e rischiare chiedendo aiuto anche a coloro che della chiesa non ne conoscono l’importanza.
Il sinodo è bello.
Non c’è altro da dire: è bello, perché lascia oggi e darà spazio (grazie ai gruppi sinodali) a chiunque di esprimersi e dare la propria opinione su una realtà che da secoli convive con tutti noi, la chiesa. Il sinodo è bello perché l’effetto che sprigionerà sarà unico: questo cammino farà alzare ogni giovane di Padova dal proprio divano, lo interrogherà sul proprio futuro all’interno della chiesa.
Il sinodo sarà un disturbo benefico e aiuterà le parrocchie padovane a rinascere con i giovani.
Allora ragazzi, parlo soprattutto a voi: proviamoci! Ascoltiamo le direttive e le linee guida che vengono lanciate dai vostri moderatori e diamo un senso a questo sinodo!
Nicolò Scarparo