Nutrirsi, atto del credere
Sono aperte le iscrizioni al prossimo anno accademico dell’Istituto superiore di scienze religiose di Padova. Che avvia un progetto pluriennale di ricerca su “religioni e corporeità” in una prospettiva interculturale e di dialogo interreligioso. Il prossimo anno – il decimo dall’avvio delle attività dell’istituto – si concentrerà in particolare sull’atto del nutrirsi. «Il percorso si propone di conoscere, nelle religiosi monoteiste, lo specifico degli atti cultuali presenti nell’umano. Lo sguardo va poi ai testi sacri e tocca anche l’aspetto giuridico»
Religioni e corporeità: quale rapporto?
Muove da questa domanda il percorso pluriennale di ricerca, in una prospettiva interculturale e di dialogo interreligioso, che l’Istituto superiore di scienze religiose di Padova avvia a partire dal prossimo anno accademico. «Le tante “espressioni visibili del credere”, attraverso il corpo, gli atteggiamenti, le relazioni, le scelte di vita... – spiega don Livio Tonello, direttore dell’Issr di Padova – ci hanno portato a delineare un percorso di ricerca che non si esaurisce in un solo anno accademico. Per il prossimo abbiamo scelto di dedicarci all’atto del “nutrirsi”, con uno sguardo in particolare alle religioni monoteiste, ma il cammino vorrebbe proseguire approfondendo altri aspetti del vivere umano: nascere, morire, relazioni uomo-donna, matrimonio, educazione dei figli...».
Il legame con Expo c’è, almeno per il tema dell’anno accademico 2015-16, «anche se è lieve» sottolinea don Tonello. Ma i riferimenti fondanti di tutto il percorso su “religioni e corpo” sono altri: il capitolo 14 della Gaudium et spes, prima di tutto, in cui viene sottolineata la dignità del corpo umano: «L’uomo è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla resurrezione nell’ultimo giorno. (...) È la dignità stessa dell’uomo che postula che egli glorifichi Dio nel proprio corpo...». Su questo sfondo si inserisce, nell’anno in cui cade il cinquantenario della conclusione del concilio Vaticano II, anche il discorso di Paolo VI in occasione dell’ultima sessione (7 dicembre 1965), in cui invitava a riconoscere il “nuovo umanesimo”.
«La nostra proposta – continua il direttore dell’Issr di Padova – si inserisce proprio su questo fronte, in quanto si occupa di indagare alcune delle modalità con cui l’uomo esprime la sua umanità nell’incontro con la dimensione religiosa». Il percorso di ricerca dell’Issr – che coinvolge studenti e docenti, ma è aperto agli insegnanti di religione (come formazione permanente) e anche agli operatori pastorali – si sviluppa prima di tutto secondo una prospettiva descrittiva «per conoscere lo specifico, nelle singole religioni, degli atti cultuali presenti nell’umano. Il secondo passaggio porta a entrare nelle scritture, quelle di ciascuna religione, per comprendere come viene “raccontato” il corpo e, l’anno prossimo, il nutrirsi: il cibo nella preghiera e nelle celebrazioni, quello permesso e quello vietato, le pratiche di offerta e cultuali, le prescrizioni legali, il digiuno... L’ultima tappa tocca l’aspetto giuridico: come preservare le forme cultuali, rituali e religiose rispettando la normativa dello stato in cui si vive in un’ottica di convivenza pacifica, rispetto della persona, delle norme igienico-sanitarie e del creato?».
La “dimensione religiosa dell’atto umano del nutrirsi” viene sviluppata, il prossimo anno, a partire dal dies academicus del 18 novembre. Giorgio Bonaccorso, docente all’Istituto di liturgia pastorale e alla Facoltà teologica del Triveneto, propone un cappello introduttivo su “Corpo e religione”. «Il rapporto corpo-religione – si legge nella presentazione della giornata – è denso di implicazioni non solo per il corpo, in quanto esaltato, valorizzato o negato dalle tradizioni religiose, ma anche per la religione stessa, dato che essa non può che esprimersi attraverso la corporeità – dunque la storicità incarnata – dell’essere umano. Per questo motivo si può giungere ad asserire che il corpo è il linguaggio delle religioni. La teologia è quindi chiamata a riflettere a fondo sul rapporto tra fede cristiana e corporeità, evitando tanto uno spiritualismo disincarnato quanto un immanentismo che sottrae al corpo la sua naturale tensione simbolica».
Con le due successive giornata di studio, che sono appuntamenti tradizionali per l’Issr, si entra nel vivo del “nutrirsi”: l’8 marzo, Giovanni Filoramo (storico delle religioni all’università di Torino), interverrà su “Le religioni nutrono il corpo”; il 15 aprile è la volta di Valentino Cottini (biblista, preside del Pontificio consiglio di studi arabi e d’islamistica) e Antonio G. Chizzoniti (direttore del dipartimento di scienze giuridiche della sede di Piacenza dell’Università cattolica del Sacro Cuore) su “Il cibo dell’anima”. Quest’ultimo appuntamento si conclude con un primo “assaggio” di festa: l’anno accademico 2015-16 sarà il decimo dell’Istituto superiore di scienze religiose di Padova. Le iscrizioni sono aperte fino al 2 ottobre