Noi Padova: giovani, formazione e circoli in rete le priorità del nuovo consiglio
Tante sfide attendono il nuovo consiglio direttivo diocesano del Noi Padova eletto lo scorso 29 marzo: il coinvolgimento dei giovani, la formazione e la collaborazione tra circoli limitrofi sono soltanto alcune delle priorità sul tavolo dei nove consiglieri e della presidenza.
È composto da nove persone il nuovo consiglio direttivo del Noi territoriale di Padova.
A fianco del presidente Fabio Brocca, è stata riconfermata la vicepresidente Nives Mazzaro ed Elisa Pescante è a supporto del tesoriere cooptato Marco Miazzi. Gli altri sei consiglieri sono, oltre ai giovanissimi Elisa Pescante di Carrara San Giorgio e Riccardo Berengan di Battaglia Terme, la riconfermata Valeria Ambrosi di Vo’ e i tre al primo mandato Serena Faggin di San Paolo, Dino Tonello di Borgoricco San Leonardo e Andrea Varotto di Rio di Ponte San Nicolò.
«Mi preparo ad affrontare i prossimi quattro anni con spirito di fede, servizio e collaborazione – promette Serena Faggin – sarà sicuramente preziosa l’esperienza dei consiglieri riconfermati, ma dovremo metterci in ascolto delle tante richieste e dei bisogni dei nostri circoli».
Serena Faggin ha ben chiara la realtà del circolo attraverso la sua esperienza a San Paolo: «La risorsa più importante sono le persone: ogni generazione ha i suoi carismi e il suo modo di pensare. Dobbiamo però essere noi “ad andare verso”, senza presunzioni e con spirito propositivo. All’inizio del mio servizio sentivo il territoriale come una cosa lontana, ma con il passare del tempo ho cominciato a percepirlo come un punto di appoggio e di collaborazione, lavorando in serenità, amicizia, impegno, serietà e grande amore per il bene dell’associazione».
Con queste premesse, il futuro sembra promettere bene: «Il contributo che i patronati potranno dare nei prossimi anni è di dare alle comunità tanta gente appassionata, capace di trasmettere fiducia e passione. Il patronato non è bello se la struttura è bella, ma è bello se le persone che ci sono dentro continuano a dare il proprio contributo nell’accoglienza e con principi cristiani forti e sinceri».
La sfida per un maggior coinvolgimento dei giovani si vince in attacco: «Credo fortemente che lo stile dell’andare verso qui sia ancora più importante. Non possiamo aspettare che arrivino, ma dobbiamo individuare proposte di coinvolgimento per renderli protagonisti della vita di comunità, che per loro inizia proprio nei centri parrocchiali».
Dino Tonello, del circolo Noi di Borgoricco San Leonardo, è pronto a lavorare: «Tra le nostre priorità c’è sicuramente quella di far sì che i centri parrocchiali non vengano percepiti come distributori di servizi o sedi per riunioni di varie associazioni, ma realtà soprattutto educative e formative. Non è semplice: la gente pensa subito ai servizi, come per esempio il grest in estate, ma da parte nostra è fondamentale ricordare come dietro a queste opportunità vi sia l’obiettivo di offrire educazione e occasioni di formazione, specie per i giovani e i ragazzi».
Il consiglio direttivo diocesano è sempre un punto di riferimento: «Al territoriale si chiede spesso assistenza burocratica, ma anche indicazioni tecniche su sicurezza e attività varie. Sono tante le necessità, e per questo è importante venire incontro alle esigenze di tutti nel modo migliore».
Per Andrea Varotto, di Rio, già referente Noi per il vicariato di Legnaro «Il campanilismo è una vecchia storia che dovrà per forza spegnersi».
«Con l’avvento delle unità pastorali – spiega – sono sempre più valide le collaborazioni tra i vicariati e la diocesi: il mondo si fa sempre più piccolo, mentre i confini si allargano. Per i progetti di più ampio respiro ormai la parrocchia è un confine superato: bisogna iniziare a ragionare per territori non tanto per l’ottica della conservazione, quanto per ottimizzare le forze in vista di nuove esigenze: i giovani hanno infatti bisogno di noi, le comunità ci sono ancora. Unendo le forze emerge il positivo».
Andrea Varotto osserva i numeri di oggi: «Lo zoccolo duro dei pensionati tiene ancora, ma saranno sempre meno, dato che si lavorerà più a lungo. I giovani sono meno propensi a frequentare gli oratori rispetto a un tempo anche per gli individualismi di oggi».
Dalla crisi, una straordinaria occasione per il rinnovamento: «La situazione di oggi ci porta a farci un esame profondo e a capire dove vogliamo andare. Dobbiamo passare dalla tradizione alla motivazione, capire perché sono importanti i patronati e quali sono i motivi per cui fare comunità anche lì».
Il trend, all’interno del Noi, è positivo: «In questi anni ho visto piccoli progressi continui, che anno dopo anno hanno permesso all'associazione di portare a casa buoni risultati. Ora è importante che il territoriale si faccia conoscere di più, per interfacciarsi ancor meglio con i circoli».