Nella pelle dell’altro, nella carne di Cristo. Ecco la festa della missione
La festa – che è l’occasione per dire grazie ad animatori e missionari – si apre domenica 12 giugno al Don Bosco di Padova con lo spettacolo "Caino Royale". Seguono testimonianze dal mondo della missione oltre che l’invio dei giovani di “Viaggiare per condividere” e di una coppia di missionari in partenza.
La bussola che dà la direzione è l’Evangelii Gaudium, il programma pastorale di Papa Francesco.
Ma l’invito che arriverà domenica 12 giugno, nella sala Don Bosco di via San Camillo de Lellis, a Padova per l’edizione 2016 della Festa della missione, sarà quella di mettersi (e di stare) “Nella pelle dell’altro”.
«Stare “nella pelle dell’altro” – spiega il direttore del centro missionario don Gaetano Borgo – significa cercare i poveri ed entrare nella “carne di Cristo”. Papa Francesco continua a richiamarci, come in un contrappunto pressante, che il volto di ogni uomo è fratello e sorella per noi. Non c’è via di scampo. È questo il cuore del vangelo!».
Sarà la parabola del buon samaritano il leit motiv a guidare ogni meditazione della giornata: lui, sconosciuto, che ha assunto un atteggiamento empatico, guardando però la realtà in tutta la sua cruda complessità. Senza finzioni.
La Festa della missione è ormai un appuntamento fisso per tutto il mondo della missione della chiesa di Padova.
«È il momento giusto per ringraziare per tutto quello che hanno fatto i nostri animatori e i nostri missionari durante l’anno pastorale che si avvia alla conclusione – spiega Agostino Rigon del centro missionario – ma la Festa della missione è anche il momento per guardare verso l’Ottobre missionario, verso il nuovo inizio di un impegno che non finisce».
La festa, che inizierà alle 15.30, proseguirà alle 16 con lo spettacolo vincitore de “I teatri del Sacro”, Caino Royale, che permetterà ai presenti di entrare pienamente nel tema della giornata: «In questo momento narrativo – nota Rigon – rievocheremo la storia di Caino e Abele, come si siano messi, o non messi, l’uno nella pelle dell’altro».
Dalle 17.15, poi, ci si metterà in ascolto di alcune testimonianze dal mondo della missione, da una coppia impegnata con l’Operazione Mato Grosso in Bolivia a due religiose elisabettine che in Ecuador hanno lavorato per la solidarietà a seguito del terremoto del 18 aprile.
Al termine, prima della preghiera e di un momento di convivialità, si celebrerà l’invio dei giovani che in estate vivranno un’esperienza di missione grazie a “Viaggiare per condividere” e di una coppia di missionari pronti alla partenza.
In più, ci sarà il momento per congratularsi con oltre venti persone che hanno completato il biennio della Scuola di animazione missionaria e che già nelle prossime settimane diventeranno protagoniste dell’animazione nei territori.
Anche loro annunciatori del nuovo anelito missionario contenuto nell’Evangelii Gaudium: «Il suo sguardo è uno sguardo che va oltre! La fiducia che ci regala papa Francesco con i suoi occhi è grande e il suo abbraccio al mondo ci spalanca in una progettualità che scombina, che smuove, che rilancia – ricorda don Gaetano Borgo – è su questa visione così nuova che ogni stile missionario è chiamato a rilanciarsi. Non è la chiesa che fa la missione, ma è la missione che fa la chiesa. Perciò, la missione non è lo strumento, ma il punto di partenza e il fine. La missione non è opera nostra, è sempre Gesù che è in missione: non dimentichiamocelo, perché il vangelo possa giungere ancora al cuore degli uomini di questo tempo».
Una chiesa missionaria e in ascolto, dal cuore sempre aperto: «Le notizie che ci rimbalzano addosso da ogni parte del mondo ci lasciano spesso senza fiato, eppure il dono della nostra storia missionaria ci carica di fiducia e ci fa abitare profondamente l’umanità. L’Evangelii Gaudium che papa Francesco ci comunica è veramente rinfrancante: ci immerge ogni volta e ancora in quell’“andate e annunciate” che Gesù grida ai suoi discepoli. Non ci rimane altro».