Papa Francesco e la famiglia. Papa Bergoglio ha dedicato alla famiglia un periodo fecondo ed intenso del suo magistero
Fra il dicembre 2014 e il novembre 2015 le udienze generali sono state tutte dedicate alla realtà famigliare, a cavallo dei due sinodi sulla famiglia che hanno poi portato alla esortazione apostolica Amoris Laetitia

Difficile scrivere di Papa Francesco già al passato, ancora scossi dalla notizia della sua scomparsa. La velocità degli odierni mezzi di comunicazione e del flusso informativo ci ha già fatto ripercorrere tutto il suo pontificato evidenziando i fatti, gli episodi, i documenti, le scelte, il carattere e il suo modo di agire. Alla luce di queste prime sintesi possiamo permetterci di dire che Papa Francesco ha avuto a cuore la famiglia. Innanzi tutto attraverso la sua capacità di entrare in empatia coi fedeli ai quali si rivolgeva. Dal suo famoso iniziale “Buonasera”, dalla loggia delle benedizioni di San Pietro, a tutte le occasioni in cui ha augurato “buon pranzo” e l’invito a pregare per lui, al termine dell’Angelus domenicale. Sempre una capacità speciale di essere in relazione diretta con i suoi ascoltatori, riducendo le distanze, come se volesse farsi invitare a casa. Ma al di là di questi modi che ce lo hanno presto reso “famigliare”, appunto, Papa Bergoglio ha dedicato alla famiglia un periodo fecondo ed intenso del suo magistero. Fra il dicembre 2014 e il novembre 2015 le udienze generali sono state tutte dedicate alla realtà famigliare, a cavallo dei due sinodi sulla famiglia che hanno poi portato alla esortazione apostolica Amoris Laetitia. Un lungo percorso di catechesi che, a partire dal riferimento alla famiglia di Nazareth, hanno passato in rassegna la figura della madre, del padre, dei fratelli, dei nonni e poi la centralità del rapporto maschio e femmina, il matrimonio, il periodo del fidanzamento e ancora il rapporto fra la famiglia e la povertà, la sofferenza, il lutto, la dimensione dell’accoglienza. Fu in occasione di una di queste udienze, il 13 maggio 2015 che Papa Francesco ribadì le tre parole chiave della vita buona in famiglia: “Permesso, grazie e scusa”. Non solo un galateo superficiale di buone maniere, ma tre atteggiamenti che, vissuti in profondità, permettono alla famiglia di reggere gli urti, le tensioni e il rischio che si formino crepe pericolose nelle relazioni. Chiedere permesso significa non dare mai per scontato che si possa fare tutto con le persone con cui si è in intimità. Ringraziare è a fondamento dell’amore coniugale e di tutta la famiglia e così il chiedere perdono. Una parola semplice “scusa”, ma molto esigente da mettere in pratica. Come anticipato, al termine del lungo percorso sinodale sulla realtà della famiglia, il 19 marzo 2016 fu emanata la esortazione apostolica sull’amore nella famiglia Amoris Laetitia: un documento corposo e profetico che la Chiesa ha accolto fin da subito, nel suo ampio respiro dottrinale e pastorale, ma che, oggi, a quasi dieci anni di distanza, ha ancora tante potenzialità da esprimere. Si pensi, per esempio, al capitolo dedicato ad “accompagnare, discernere e integrare la fragilità” di tutte le famiglie cosiddette irregolari. Una serie di indicazioni per una pastorale nuova, capace di ascoltare, accogliere e includere, pur ribadendo l’indissolubilità matrimoniale e tutte le prerogative del sacramento. In questo, come in tanti altri ambiti, Papa Francesco ha avuto il merito di avviare dei processi che non potranno che essere portati avanti da una Chiesa sinodale, ovvero che “cammina insieme” dietro il Signore.