Nell'Unità Pastorale di Villafranca un "progetto" per inquadrare il giovane di oggi
Il "Progetto Giovani" dell'Unità Pastorale di Villafranca, Ronchi, Taggì di Sopra e Taggì di Sotto. Tra obiettivi da raggiungere e una visione moderna del giovane cristiano di oggi, sedici pagine frutto del lavoro di anni per ri-orientare la pastorale giovanile.
È un vero e proprio “Progetto”, un documento programmatico che vuole orientare la pastorale di quattro comunità che da anni camminano insieme come Unità Pastorale. Al centro, ci sono loro: i giovani.
Nell’Unità Pastorale di Villafranca Padovana, Taggì di Sopra, Taggì di Sotto e Ronchi di Campanile nei mesi scorsi è terminata la redazione di un documento, sedici pagine di analisi, obiettivi e proposte, frutto di un tavolo congiunto che ha visto la partecipazione di tutte le parrocchie e di tutti i gruppi – dall’Azione Cattolica all’Iniziazione Cristiana, passando per Noi Associazione – che hanno a che fare con i giovani. Si tratta di una “proposta soft”, che mette insieme la dimensione vocazionale a quella comunitaria. In coda vi sono alcune strategie e proposte concrete, che spaziano dal teatro alla musica.
«Il “Progetto Giovani” – racconta il parroco moderatore don Giuseppe Alberti – non è nato da una nostra intuizione, ma dalle sollecitazioni degli orientamenti pastorali di alcuni fa, quando si invitavano i consigli pastorali a riflettere su mondo giovanile. Abbiamo deciso di prendere sul serio questo invito».
Dopo una prima serie di interviste tra i ragazzi, vicini e lontani, che ricorda molto il meccanismo del Sinodo in corso in questi mesi, e l’entusiasmo iniziale iniettato dalla Missione Giovani dell’autunno 2013, il progetto aveva attraversato una fase di “stanca”: «Da settembre a dicembre dell’anno scorso, in tour de force di incontri e scambi, siamo riusciti a “partorire” il progetto».
Un progetto che prima ancora di dare suggerimenti e linee guida, cerca di fotografare la realtà del giovane che vive nell’Unità Pastorale di Villafranca. «I nostri giovani di oggi – racconta don Alberti – è come un Iceberg. Vediamo solo la punta. C’è molta più ricchezza di quello che fa vedere. C’è però una dimensione congetturale che lo limita: Baumann parlava di società liquida, io dico addirittura Gassosa, che scioglie i progetti anche più belli e smorza gli entusiasmi più interessanti. Quando però vengono messi nelle giuste condizioni – penso alla generosità che esprimono nei Grest o in altre esperienze forti – restiamo “folgorati”. Bisogna superare il freddo siderale della nostra società». A riscaldare il gelido di un mondo senza appartenenze c’è la fiamma di una visione cristiana che illumina il buio: «Non c’è alcun dubbio, vogliamo offrire ai giovani Gesù come modello da seguire. Come diceva Kierkegaard Gesù è il nostro contemporaneo, un punto di riferimento per interpretare al meglio la vita. Attraverso Gesù nessuno vive per se stesso, ma si apre alla logica della gratuità».
Il percorso di questo “Progetto Giovani” si interseca con quello del Sinodo. Poi, a marzo, l’Unità Pastorale si aprirà ad un’altra missione, quella dei frati dell’Italia centrale. «Saranno mesi di ulteriore riflessione, che ci aiuteranno, anche a partire dai frutti del Sinodo, a ri-orientare il nostro approccio complessivo, sia per gli aspetti ideali che per le strategie pedagogiche da assumere». (Andrea Canton)