In ascolto del Sinodo, per ripensare il ruolo della famiglia nella chiesa e nella società
Quali sono il ruolo e la vocazione della famiglia nella chiesa e nella società? Con quale stile avvicinare e accompagnare le persone che chiedono di sposarsi in chiesa, siano esse vicine o lontane dalla fede?
Queste domande saranno al centro della giornata di studio dal titolo Verso il matrimonio cristiano. In ascolto del Sinodo dei vescovi, promossa dal biennio di specializzazione della Facoltà teologica del Triveneto martedì 6 dicembre (ore 15, via Seminario 7 a Padova).
Quali sono il ruolo e la vocazione della famiglia nella chiesa e nella società?
Con quale stile avvicinare e accompagnare le persone che chiedono di sposarsi in chiesa, siano esse vicine o lontane dalla fede?
Queste domande saranno al centro della giornata di studio dal titolo Verso il matrimonio cristiano. In ascolto del Sinodo dei vescovi, promossa dal biennio di specializzazione della Facoltà teologica del Triveneto martedì 6 dicembre (ore 15, via Seminario 7 a Padova).
A rispondere ai quesiti sono chiamati il vescovo di Parma, mons. Enrico Solmi, delegato dei vescovi italiani al Sinodo (2014 e 2015), e p. Oliviero Svanera, docente di morale sessuale e familiare alla Facoltà.
Un esercizio di ascolto del Sinodo
«Sarà un esercizio di ascolto del sinodo – spiega Assunta Steccanella, coordinatrice della giornata – Partiremo da una panoramica, offerta da p. Svanera, sui documenti del magistero che riguardano i percorsi di preparazione al matrimonio per arrivare a delineare, con l’intervento di mons. Solmi, la meta a cui essi tendono: l’immagine, il ruolo e la vocazione della famiglia nella chiesa e nella società, secondo quanto proposto dai padri sinodali e ripreso in Amoris laetitia».
Sinodo ed esortazione «sembrano infatti avere introdotto degli elementi nuovi nella pastorale – prosegue Steccanella – che chiedono di essere approfonditi nel loro carattere fondamentale per verificare come si inseriscano nella tradizione bimillenaria della chiesa, senza tradirne la dottrina».
La famiglia – oggi al centro di un processo di trasformazione socio-culturale che influisce tanto sulla sua percezione di valore quanto sulla sua stabilità – e in particolare i percorsi di preparazione al matrimonio cristiano, sono oggetto del seminario-laboratorio annuale rivolto agli studenti, entro il quale si inserisce la giornata di studio come momento pubblico di confronto e di dibattito.
«La paura di prendere un impegno stabile come il matrimonio è un dato abbastanza diffuso – afferma Steccanella – Il senso di frammentarietà del contesto odierno rende difficilmente sottoscrivibile un impegno “per sempre”. Un po’ c’è paura e un po’ si è colorato di eccessivo romanticismo il matrimonio, che è invece anche capacità di perdonarsi e ritrovarsi, di tornare insieme: la fatica, il fallimento, la crisi, non devono per forza essere simbolo di rottura, questo vale per tutte le reazioni umane».
Di qui l’importanza della preparazione al matrimonio cristiano come «un percorso che porta a pienezza la persona, declinando la sua vita secondo la relazione io-tu e la generatività, che sono le caratteristiche fondamentali del matrimonio».
I cammini dei fidanzati dovrebbero essere percorsi di accompagnamento che effettivamente li aiutino a vivere la stabilità di una relazione che riempie la vita in modo autentico.
«La celebrazione del matrimonio non è una meta in sé – sottolinea Steccanella – ma il sacramento è l’energia per continuare tutta una vita insieme».
Oggi più che mai appare utile una pastorale dei fidanzati che si declini in modo differenziato.
«Occorre tener conto – spiega – che ci sono persone che, pur avendo fatto la scelta del matrimonio in chiesa, hanno provenienze molto diverse a livello di fede: persone credenti, persone con un’appartenenza di fede solo superficiale, persone già conviventi. È molto difficile fare il medesimo discorso e parlare a tutti allo stesso modo».
Per questo gli studenti della specializzazione saranno impegnati in quest’anno di studio sia ad analizzare la situazione, sia a progettare una prassi di preparazione al matrimonio con cammini differenziati e adeguati alle diverse situazioni di vita. «È il contributo della teologia – conclude Steccanella – per tradurre la teoria nella quotidianità dell’azione pastorale e così andare incontro alle persone».