“Giro-preti”: le parrocchie del Pim di Rubano si “scambiano” i parroci
Domenica 19 febbraio i fedeli delle quattro parrocchie del Pim – Rubano, Sarmeola, Villaguattera e Bosco di Rubano – trovano alla messa delle 11 il parroco di un’altra comunità. Il “giro-preti” è l’ennesima proposta in seno al Pim, Popolo in missione, che nel 2017 compie dieci anni. In occasione anche del 50° della posa della prima pietra della chiesa di Sarmeola, si intensifica la collaborazione.
Domenica 19 febbraio i fedeli delle quattro parrocchie del comune di Rubano – Rubano, Sarmeola, Villaguattera e Bosco di Rubano – alla messa delle 11 trovano sull’altare il parroco di una comunità vicina. È l’ormai ultra-collaudato “giro-preti”, iniziativa del Pim, “Popolo in missione”, progetto nato esattamente dieci anni fa dopo una missione al popolo dei frati che ha cambiato profondamente il tessuto ecclesiale di Rubano, spingendo le quattro comunità a una sempre maggiore collaborazione nello spirito di una comunione più profonda.
Il “giro-preti” è partito nell’anno pastorale 2014-15: in tre domeniche lungo il corso dell’anno ogni parroco ha celebrato nelle altre comunità. L’anno scorso l’esperimento è stato raddoppiato, con un sabato e una domenica. Quest’anno si è tornati alla formula originale: dopo la prima domenica in avvento, i preti si “scambiano” il 19 febbraio e una domenica di maggio ancora da stabilire. Oltre ai quattro parroci, anche don Alessandro Fusari, cappellano di Sarmeola, andrà prossimamente a celebrare nelle altre parrocchie. «Non ricordo nemmeno la prima persona che lo propose – ammette il parroco di Sarmeola don Paolo de Zuani – ma ci prendemmo l’impegno di celebrare l’eucarestia in una comunità sorella con due scopi: muoverci noi e rompere quel tabù che lega indissolubilmente tra prete e parrocchia, quando già i nostri parrocchiani, per molti motivi, si muovono tra le comunità del Pim. Abbiamo poi pensato che sia meglio che le comunità conoscano gli altri preti dal vivo, piuttosto che dal “sentito dire”».
Il “giro-preti” ha già prodotto degli effetti positivi: «Non solo ora è più facile e naturale farsi sostituire, in casi eccezionali, da un altro parroco, ma ci aiuta a sottolineare il fatto che un prete è a servizio dell’assemblea. Non sono io a preparare le messe che celebro a Rubano, Villaguattera e Bosco di Rubano, ma la comunità, con il suo stile e le sue modalità».
Ma quest’esperienza non è che una delle tante frutto di dieci anni di cammino fraterno in seno al Pim. «Siamo passati da una collaborazione a livello giovanile, con i gruppi di Azione cattolica e per la formazione per categorie di età, per arrivare a un pensiero più comune anche a livello pastorale, con un coordinamento tra presidenze dei consigli pastorali per condividere esperienze e informazioni».
La questione ora sul tavolo è il futuro del Pim: «Stiamo cercando di capire se di fronte a noi ci sia un’unità pastorale o un’altra modalità per continuare a lavorare insieme mantenendo l’identità e l’autonomia delle parrocchie: la certezza è che i gruppi giovanili, i campiscuola, lo scoutismo e la Caritas non potranno più tornare a essere appannaggio delle singole parrocchie, specie per come sono state strutturate». Lo scambio all’interno del Pim infatti è arrivato a stringere aspetti intimi come la preghiera: nei periodi forti ogni comunità prega per una delle altre all’interno della preghiera dei fedeli, nominandola espressamente. Ma si lavora insieme anche per mete più profane ma utili: «Un’iniziativa fondamentale riguarda l’aver messo in stretta collaborazione i circoli Noi e i consigli economici mettendo sul piatto la questione delle sagre. Abbiamo fatto acquisti comuni per le sagre, come un gazebo trasportabile. Non è cosa da poco, dato che da sempre le parrocchie sono state gelose delle loro scelte».
Il 2017 sarà sia l’anno del decennale del Pim che il 50° anniversario della posa della prima pietra dell’attuale chiesa di Sarmeola: «Per noi vorrà dire una serie di iniziative, che culmineranno il 7 maggio con una consegna al vescovo del frutto del percorso di riflessione sul nostro essere comunità».