Dall'Opsa a papa Francesco, ecco i veri testimoni d'accoglienza
Martedì 3 novembre alle ore 20.45, presso la sala dell’istituto teologico della basilica del Santo, prendono il via una serie di incontri dedicati ai testimoni dell’accoglienza. Il primo è dedicato a far conoscere quale accoglienza sia in atto quotidianamente all’Opera della Provvidenza di Sant’Antonio (Opsa) di Sarmeola di Rubano.
Intervengono il direttore generale mons. Roberto Bevilacqua, il direttore sanitario Emanuele Vignali, Annalisa Bollettin operatore socio sanitario, Piera Cipresso familiare, Paola Bazzotti, religiosa elisabettina, Alessandro Brunone, volontario. Modera Nicola Alberto De Carlo, presidente della Corsia del Santo “Placido Cortese”.
Il 10 novembre si parlerà di martirio con padre Giulio Albanese, direttore di Popoli e missioni. Modera padre Giancarlo Zamengo, direttore generale del Messaggero di Sant’Antonio.
«Questo percorso dal titolo “Perché nulla vada perduto” – sottolinea padre Francesco Ruffato, animatore culturale al Santo – è frutto di una coralità di religiosi (frati del Santo) e laici (Corsia del Santo “Placido Cortese”), con il patrocinio della basilica del Santo e della basilica di Santa Giustina. Il tema ce l’ha suggerito Gesù nel suo vangelo, dopo il miracolo dei pani e dei pesci».
Con quali sviluppi rispetto al nostro tempo? «Tanto per fare un esempio, a Padova l’Opsa è un miracolo vivente di accoglienza. Mons. Bevilacqua mi ha presentato il progetto di recupero, di accompagnamento e di custodia di volti che assomigliano a quelli di Cristo sulla via del Calvario. Eppure tu entri e loro ti sorridono, ti salutano, anche se non sei conosciuto hai l’impressione che gli scartati dalla società siano considerati un tesoro. Diventano belli e cari. Dietro c’è la carità e non solo il mestiere. La scena che più mi ha commosso è stato il vedere uno di loro che spinge la carrozzella del più debilitato. Hai l’impressione che là nulla vada perduto».
Gli incontri proseguono martedì 17 novembre con la presenza di don Gino Rigoldi che porta l’esperienza di chi vive fra il carcere e la periferia.
Il 24 si affronta il tema della riforma del parto anonimo e la nuova legge tra diritti e timori, con Elisabetta De Septis Ereno, avvocato e docente di biodiritto nella facoltà di diritto canonico San Pio X a Venezia. Saranno lette testimonianza scritte di madri anonime.
Il 1° dicembre dom Giulio Pagnoni, abate del monastero di Santa Giustina di Padova, offre invece la lectio divina sul tema “Nemmeno una briciola di misericordia vada perduta”.
Gli incontri si chiudono il 15 dicembre con l’opera teatrale L’amore del tempio scritta da Francesco Ruffato e ispirata all’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, che vuole essere anche un omaggio al nuovo vescovo di Padova Claudio Cipolla; regia di Filippo Crispo.