Venezia 78: Ezio Bosso, l’amore per la musica e la fame di vita
Giorgio Verdelli, a un anno di distanza da “Paolo Conte, Via con me” è tornato alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare fuori concorso il suo ultimo lavoro , il documentario “Ezio Bosso. Le cose che restano”
Chi era Ezio Bosso? Un grande artista, senza dubbio. Un divulgatore? Questo anche certamente. Ma cosa lo ha reso tanto potente da restare impresso nelle menti di tutti coloro che hanno ascoltato la sua musica e le sue parole?
La passione e l’amore per la musica e la vita, oltre che il suo innato talento. Un amore così forte da diventare carne quando si esibiva, tanto da non poter più distinguere dove finiva uno e iniziava l’altro. E le parole? Un mezzo per esprimere quell’amore. E allora come si può restare indifferenti davanti a un uomo innamorato, quando un sentimento diventa arte? Di tutto questo parla il documentario “Ezio Bosso. Le cose che restano” di Giorgio Verdelli, che, a un anno di distanza da “Paolo Conte, Via con me”, è tornato oggi alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare fuori concorso il suo ultimo lavoro.
Credo fosse fondamentale fare questo documentario perché Bosso è stata una figura molto importante, non solo per quello che ha suonato ma per quello che ha detto. Inoltre era necessario raccontare una parte del suo percorso che non tutti conoscono, quella da contrabbassista”, ha dichiarato oggi al Lido durante un’intervista rilasciata alla Dire. “Bosso aveva una grandissima empatia nel comunicare- ha proseguito Verdelli ricordando l’incontro con il Maestro avvenuto in occasione della realizzazione del suo precedente documentario su Pino Daniele- era inclusivo, aveva un grande carisma e un’intelligenza straordinaria, probabilmente acuita dalla malattia. Aveva un’urgenza di dire delle cose. Credo che lui sia servito per avvicinare il grande pubblico alla grande musica con una consapevolezza diversa e questa è una dote fondamentale, al di là della musica che ci ha lasciato che è bellissima e commovente”.
Il film racconta l’uomo e l’artista ripercorrendone la storia dall’infanzia tramite la voce narrante dello stesso Bosso, dei suoi famigliari, amici e colleghi, tra cui Silvio Orlando, Paolo Fresu e Gabriele Salvatores, che parlano dai luoghi che hanno segnato la vita e carriera dell’artista. Tanti anche i filmati inediti: da Bosso che suona con gli Statuto, a un video, nato da un’idea di Salvatores, in cui si esibisce con il rapper ‘Lucariello’ su un brano in cui ha musicato un testo di Saviano, fino alle composizioni scritte per il cinema, tra cui quelle per ‘Io non ho paura’ da cui è nato uno spettacolo portato in scena al Teatro Regio di Torino. Presente inoltre il brano inedito ‘Le cose che restano’ che ha dato il titolo al film.
“Di Bosso resta la sua musica e il suo pensiero, la sua capacità motivazionale, per me questo infatti non è un documentario biografico, ma motivazionale’. Il film arriverà nelle sale il 4,5 e 6 ottobre con Nexo e in prevendita on line dal 13 settembre, giorno in cui Ezio Bosso avrebbe compiuto 50 anni. (DIRE)