Il primo mercatino di Natale. I 590 anni dello Striezelmarkt di Dresda

Benché la tradizione dei mercatini di Natale nasca nell’Europa centrale già nel medioevo, quello di Dresda è il primo mercatino di Natale ad essere attestato in un documento scritto

Il primo mercatino di Natale. I 590 anni dello Striezelmarkt di Dresda

Correva l’anno 1434. Il principe elettore Federico II e suo fratello, il duca Sigismondo, decidono di concedere alla città di Dresda il tenere un mercato libero un giorno la settimana. Non solo. Concedono anche un mercato “il giorno prima della vigilia di Natale”, su quello che oggi è l’Altmarkt, la piazza principale della città, “per il bene comune e il miglior interesse della nostra città di Dresda”. Una sorta di regalo di Natale: nessuna tassazione e nessun tributo per uno speciale mercato della carne, nel quale gli abitanti della città, dopo i giorni di digiuno prenatalizio, avrebbero potuto scegliere il pezzo di carne preferito da trasformare in arrosto per la loro tavola delle feste. Il mercato ebbe così tanto successo che venne mantenuto ed esteso ad altre merci. Fino ad oggi. Milioni di visitatori si recano ogni anno a Dresda per visitare il suo mercatino.

Benché la tradizione dei mercatini di Natale nasca nell’Europa centrale – in particolare Germania, Austria e Alsazia – già nel medioevo, e sia collegata alle grandi fiere che venivano organizzate in concomitanza con le ricorrenze annuali, come appunto l’Avvento, quello di Dresda è il primo mercatino di Natale ad essere attestato in un documento scritto. Lo Striezelmarkt – questo il nome della manifestazione – viene quindi considerato il primo mercatino di Natale al mondo. 

Il nome Striezelmarkt deriva da “Strüzel” o “Stroczel”, che era il nome di una torta fatta con la frutta secca, che veniva venduta proprio durante quello speciale mercato e al quale è legata la sua storia. Secondo la tradizione, questo dolce – conosciuto oggi come “Stollen” o “Christstollen” – sarebbe nato nel 1329, quando l’allora vescovo di Naumburg indisse un concorso fra i pasticceri della ragione, che già producevano dei pani dolci arricchiti con burro, zucchero, uvetta e canditi, per scegliere il migliore. Il primo documento scritto in cui viene menzionato questo dolce, risale al 1471, ed è legato ad una fattura dell’ospedale di San Bartolomeo, a Dresda. In esso gli Stollen sono annotati come doni del Comune ai poveri e ai malati: “una pagnotta di pane bianco per i poveri a Natale”, “una pagnotta di Natale per i malati”, “uno Stroczel per ogni suora”. All’epoca questo dolce, prodotto tra la fine di novembre e il mese di dicembre, era privo di burro perché l’Avvento era un periodo di digiuno e non era quindi permesso mangiare né burro, né latte. Il principe elettore Ernesto di Sassonia – che era il secondo figlio maschio e il quarto in ordine di nascita degli otto figli di Federico II di Sassonia e di sua moglie Margherita d’Austria – scrisse una lettera a Papa Nicolò V, chiedendo una dispensa speciale per i pasticceri di Dresda, in modo che potessero aggiungere il burro all’impasto dello Stollen. Il Papa non accolse la richiesta e negò la dispensa. L’autorizzazione arriverà solo nel 1490, quando Papa Innocenzo VIII la concesse con una lettera chiamata la “Lettera del burro”. Nel 1530 appare per la prima volta la denominazione di “Christstollen” e da allora la città e questo particolare dolce natalizio, sono indissolubilmente legati. 

Anche quest’anno, in cui si celebrano i 590 anni dello Striezelmarkt, due sono i forni garantiti all’interno del mercatino dall’associazione dello Stollen di Dresda. I panettieri dello Stollen di Dresda (che dal 2006 beneficia del marchio Igp) danno quotidianamente prova della loro abilità, svelando i segreti dell’originale di Dresda e sfornando dalle 10 alle 19 profumati e croccanti Stollen cotti nel forno a legna. Non solo. Il 9 dicembre è andato in scena lo “Stollen Festival”, con la sua tradizionale sfilata e il consueto taglio di uno Stollen gigante. Nel secondo forno, che si trova di fronte alla Kreuzkirche, i più piccoli possono allenarsi nell’arte di fare i biscotti, altra specialità tipica del tempo d’Avvento. Una vera e propria arte, tramandata di generazione in generazione, alla quale i piccoli visitatori del mercatino di Dresda si possono avvicinare sotto la supervisione dei pasticceri della zona. Inutile dire che i bambini possono mangiare i biscotti che hanno preparato o portarseli a casa, in un’elegante confezione. 

Come possiamo scoprire sulla pagina Fb e sull’account Ig della città di Dresda, sono proprio i bambini al centro del motto – “Striezelkinder” – scelto per questa 590.ma  edizione dello Striezelmarkt di Dresda. Un motto anch’esso legato alla storia di questo mercatino. Gli “Striezelkinder” (bambini dello Striezel) erano quei bambini che, in passato dovevano lavorare per far quadrare i conti delle loro famiglie, che erano spesso e volentieri in rosso. Venivano mandati tra gli avventori del mercatino a vendere prugne e altri piccoli oggetti sistemati su appositi vassoi (come quelli che usano oggi i venditori ambulati negli stadi). Un’usanza, questa, proseguita fino al 1910, quando venne ufficialmente proibito di utilizzare i bambini come venditori allo Striezelmarkt. Degli “Striezelkinder” rimane oggi la riproduzione sulla tradizionale tazza in ceramica, che viene realizzata ogni anno e che gli avventori del mercatino usano per bere tè e vin brulè. Quest’anno ne sono state prodotte oltre 80mila. Chi vuole, pagando una cauzione, può portarsene una a casa come souvenir. Per i collezionisti, inoltre, sono state realizzate 590 tazze numerate. Pezzi unici con il leitmotiv di quest’anno, che ogni anno vanno letteralmente a ruba. Anche sulle “Kindertassen”, le tazze per i più piccoli, sono raffigurati due bambini molto famosi: Hansel e Gretel. La scelta è tutto tranne che casuale. Si è svolta, infatti, quest’anno, alla Semperoper di Dresda, la 100.ma  replica dello spettacolo dedicato musicale ispirato alla celebre fiaba dei fratelli Grimm e portata in scena da Katharina Thalbach, regista e attrice tedesca, conosciuta anche fuori dai confini nazionale per la sua somiglianza con l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel.

214 sono le bancarelle che animano l’edizione 590 del mercatino di Dresda, in cui vengono venduti souvenir, specialità regionali, gastronomia, l’immancabile Stollen e oggetti di artigianato locale. Ed è stato proprio l’artigianato locale il protagonista della 1.a “Giornata dell’artigianato natalizio”, che si è tenuta questa domenica. I maestri artigiani dei diversi settori hanno presentato le loro professioni e spiegato cosa serve per diventare un panettiere o un tornitore di successo. E per promuovere le nuove attività artigianali, dopo il debutto dello scorso anno, è tornata la bancarella delle nuove proposte, dove per tutta la durata del mercatino, si alternano otto giovani imprenditori interessati a far conoscere le loro attività. 

Con il passare dei secoli, la tradizione dei Mercatini di Natale si è andata sempre più diffondendo in tutta Europa. E non solo. In Italia, il primo Mercatino di Natale “moderno” è stato inaugurato 33 anni fa, nel 1991, a Bolzano. In Alto Adige sono seguiti poi i “Christkindlmärkte” di Merano, Bressanone, Vipiteno e Brunico. 

Qualcuno si sarà certamente chiesto perché questi mercatini sono stati abbinati proprio a Gesù? La risposta ci viene ancora una volta dalla storia. Nel 1517, a seguito della Riforma luterana, che rifiutava il culto dei santi, nei paesi di lingua tedesca si decise di far coincidere i mercatini con la nascita di Gesù e non più con la festa di san Nicola (St. Nikolaus, il 6 gennaio). Da qui la scelta di chiamare questi appuntamenti “Christkindlmarkt”, “mercatini del bambino Gesù”.

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Fonte: Sir