Verso il tampone calmierato o gratuito? L'ipotesi che tutela le famiglie (e non solo)
Alla vigilia dell'entrata in vigore del Green Pass, tanti sono i nodi ancora da sciogliere: tra questi, c'è il problema del tampone, alternativa al vaccino soprattutto per i più giovani non ancora vaccinati. Ma i costi non sono per tutti sostenibili. E già ad aprile l'Ue chiedeva test gratuiti e non invasivi, per evitare “disuguaglianze e fratture sociali”
Tampone fa rima con discriminazione: e il rischio è che il legame non sia solo lessicale, con l'entrata in vigore del Green Pass. La questione è stata sollevata da più voci, tra cui quella del sottosegretario alla Salute Costa, di diversi esponenti politici (in testa i pentastellati) ma anche del Forum delle associazioni familiari: per le famiglie con figli over 12 non vaccinati (per le più diverse ragioni), o non ancora vaccinati (per ragioni logistiche e organizzative), da domani la vita potrebbe diventare non solo più complicata, ma anche più costosa: per accedere a una serie di attività, tutti dovranno avere il Green Pass, che in assenza o in attesa di vaccinazione o di certificato di guarigione, si può avere solo sottoponendosi a tampone. Questo, però, ha un costo, che naturalmente va moltiplicato per il numero di figli al di sopra dei 12 anni. Il rischio che da qui nasca una condizione di diseguaglianza di fatto esiste: si parla tanto dei ristoranti, ma con le attività ricreative e sportive prossime alla ripresa, il rischio è che tanti giovani e giovanissimi restino esclusi, per l'impossibilità, ma anche il disagio, di sottoporsi a tampone ogni 48 ore. E se qualcuno, come il pedagogista Novara, denuncia il rischio che questa “subordinazione delle attività giovanili al vaccino e al Green Pass comprometta il benessere psichico” di una generazione già provata, altri cercano di individuare possibili soluzioni.
Test gratuiti o calmierati: Ue chiede, Italia (forse) risponde
Tra queste, una delle ipotesi sul tavolo, che nelle prossime ore saranno discusse e approfondite in Cdm, c'è quella del costo calmierato, o addirittura della gratuità del test rapido per i minorenni: una misura questa che, peraltro, alcune regioni hanno già messo in campo. Non solo il Trentino-Alto adige, dove tutti gli under 18 hanno diritto a tamponi gratuiti in ogni farmacia, per di più meno invasivi (in auto somministrazione), ma anche altre regioni assicurano la gratuità ad alcune categorie specifiche: la Toscana agli studenti, l'Emilia-Romagna ai bambini e i frequentano i centro estivi e il Piemonte ai familiari degli ospiti delle Rsa, in occasione delle visite. Una strada percorribile, insomma: tanto più che lo stesso Parlamento europeo, a fine aprile, nell'approvare la risoluzione sul Covid pass, raccomandava agli Stati di garantire la “possibilità di effettuare test universali, accessibili, opportuni e gratuiti” per tutti i cittadini, evidenziando che “i certificati COVID-19 dell'Ue basati su un test NAAT non dovrebbe essere fonte di ulteriori disuguaglianze o fratture sociali”. E sollecitava anche a “sviluppare test innovativi non invasivi per i bambini e i gruppi vulnerabili, anche in relazione alle varianti”. E non mancava una “bacchettata” agli Stati membri, che “dovrebbero dar prova di maggiore impegno per la tutela dei loro cittadini e residenti, il cui diritto alla libera circolazione non dovrebbe dipendere dallo status socioeconomico”. Un ammonimento tanto più valido oggi, che il certificato ormai ribattezzato Green Pass servirà non solo per la libera circolazione, ma per l'accesso a una vasta gamma di attività e servizi.
Chiara Ludovisi