Up Bastia. Al via i campiscuola

Up Bastia Una cinquantina gli animatori che, dopo il grest, accompagnano i ragazzi. Il loro impegno è tutto l’anno, sono parte viva e attiva della comunità

Up Bastia. Al via i campiscuola

Un centinaio i bambini e ragazzi della primaria e secondaria di primo grado che hanno partecipato al grest dell’unità pastorale di Bastia – che comprende anche le parrocchie di Carbonara e Rovolon – e che si è concluso a giugno. Due settimane, tutti i pomeriggi, in cui i ragazzi sono stati coinvolti da più di 40 animatori in laboratori, giochi, momenti di preghiera e uscite. «Tutti animatori formati – racconta il parroco don Erick Xausa – non solo con la formazione proposta dalla Diocesi per l’attività del grest, ma anche dalla nostra équipe di pastorale giovanile. Da alcuni anni, infatti, abbiamo fatto la scelta di chiedere agli animatori di non essere “mongolfiere”, cioè di non comparire per le attività estive e poi scomparire durante l’anno, ma di impegnarsi in un cammino duraturo che contempli l’essere partecipi alla vita di comunità, che siano dentro alle iniziative. Abbiamo così una cinquantina di ragazzi che adesso si turneranno nei diversi campiscuola proposti per l’estate». I primi a partire sono i ragazzi di terza media (dal 13 al 15 luglio) in direzione Assisi, sulle orme di san Francesco e santa Chiara, seguono poi dal 22 al 26 i piccoli della primaria (dalla terza alla quinta) che andranno a Pinarella di Cervia. Il 29 luglio partono i Giovanissimi che continueranno a camminare sul tema affrontato durante l’anno, la “scelta”. «Faranno un’esperienza – spiega il parroco – a Torino, visitando Superga, Valdocco e i luoghi di san Giovanni Bosco e il Sermig. Quindi dalla scelta personale si affronterà la scelta di prendersi cura degli altri». In agosto, il 18, invece partono i ragazzi di prima e seconda media che vivranno fino al 24 un campo a Fiavè, in provincia di Trento, all’insegna delle emozioni. Per i ragazzi delle medie non mancano anche altri momenti di incontro: «Per non perderli durante l’estate – chiarisce don Xausa – organizziamo delle serate di gioco e cena sia in luglio che in agosto. È un modo per tenerli uniti perché l’estate rischia di essere dispersiva per questa fascia d’età. Il messaggio che vogliamo dare ai ragazzi è che ci prendiamo cura di loro. Così anche con gli animatori: curiamo molto l’aspetto della formazione e dell’accompagnamento. Proprio per questo abbiamo formato una équipe di otto persone dedicata alla pastorale giovanile che segue i ragazzi e cura incontri periodici. Bisogna “perdere” del tempo con i giovani, impegnarsi anche come comunità, così poi si raccoglie qualcosa. È importante che i giovani sentano che c’è una comunità che si prende cura di loro ed è altrettanto importante che i ragazzi sentano che essere animatori significa essere presenti sempre, durante tutto l’anno, in comunità e che il centro del nostro fare è Gesù».

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