Tutte le novità di Facoltà Teologica del Triveneto e Istituto Superiore di Scienze Religiose

Le due realtà hanno scelto di unificare i corsi comuni: per razionalizzare le risorse economiche e per favorire l’interazione tra studenti di percorsi diversi

Tutte le novità di Facoltà Teologica del Triveneto e Istituto Superiore di Scienze Religiose

Il Vangelo ha bisogno di inscriversi nella cultura di oggi: la frattura fra verità della fede ed ethos culturale moderno deve essere abitata trovando i varchi di comunicazione. A dirlo è il preside della Facoltà teologica del Triveneto, mons. Andrea Toniolo, che ribadisce come l’istituzione accademica non sia isolata o autoreferenziale rispetto alle vicende dell’umanità e agli eventi della storia, né lontana dai cammini delle Chiese oggi impegnate nelle sfide della sinodalità e delle trasformazioni delle realtà pastorali.

«La relazione – afferma – è fondamentale: il primo luogo formativo è la comunità, l’interazione fra studenti e docenti, con il mondo che ci sta attorno, con i contesti internazionali e interculturali, con le domande sulla vita e la morte, sulle scelte etiche, sul rapporto della fede con la scienza. La missione dell’università è cercare strade nuove di inculturazione, di dialogo, di comunicazione della fede, pensare prassi nuove». La formazione in teologia e in scienze religiose assume una rilevanza e un ruolo sia per la realtà ecclesiale che per il mondo laico. «Solo con una buona preparazione, radicata nel cristianesimo stesso e nel suo patrimonio biblico e religioso, si potrà pensare il cristianesimo nella cultura attuale» sottolinea Toniolo.

A spingere gli studenti – 1.654 in tutto il Triveneto, di cui 1.295 laici e laiche – a intraprendere i percorsi della Facoltà sono soprattutto motivazioni di carattere personale, quali la ricerca di risposte alle questioni esistenziali e religiose fondamentali che portano a coltivare la ricchezza interiore. Accanto a queste, c’è la motivazione professionale di diventare insegnante di religione, mossa da una forte passione educativa spesso nata da esperienze di animazione
negli ambienti parrocchiali. Ci sono poi i cammini che nascono dalla vocazione e portano all’ordinazione presbiterale o alla vita consacrata. E infine i percorsi di aggiornamento professionale degli insegnanti di religione e degli operatori pastorali, che fanno registrare fra gli iscritti un alto numero di studenti uditori. «In Italia gli studi umanistici hanno ancora un grande peso e sono in grado di preparare menti aperte e flessibili con competenze che possono essere
spese in diversi ambiti. La peculiarità di una formazione umanistico- teologica si rivela fondamentale nel contesto di sviluppo tecnologico- scientifico in cui siamo immersi, in quanto permette di tenere vive, nella frammentazione dei saperi e nell’iperspecializzazione scientifica, le grandi questioni della vita sociale, personale e relazionale, questioni etiche e spirituali».

I percorsi di teologia e di scienze religiose si differenziano in quanto il primo è caratterizzato da uno studio più ampio della filosofia e delle fonti bibliche e teologiche, mediante anche lo studio del greco e dell’ebraico. Nel secondo, hanno un peso maggiore le scienze umane, in particolare la pedagogia, in rapporto stretto con la teologia, e sono previste specializzazioni diverse, fra cui prevale quella pedagogico-didattica, finalizzata all’insegnamento della religione cattolica.

«Numerosi sono i corsi comuni, soprattutto di carattere biblico-teologico, con lo stesso numero di crediti e spesso tenuti dallo stesso docente. Per questo nel prossimo anno accademico – annuncia don Livio Tonello, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose di Padova – abbiamo deciso di farli insieme, redistribuendo orari e giorni di lezione». Una novità che nasce dalla necessità di razionalizzare le risorse economiche, ma che intende anche favorire l’interazione e le relazioni fra studenti di percorsi diversi. «L’Istituto è frequentato da laici adulti, spesso già impegnati nel lavoro di insegnante e che hanno già formato una famiglia, e da consacrati provenienti da diverse parti del mondo, che si integreranno con gli studenti del primo ciclo di teologia, più giovani, alcuni candidati al presbiterato o in formazione alla vita religiosa. Pensiamo che possa nascere uno scambio formativo di esperienze, tradizioni, culture».

Dad “stabile”

Lo strumento della didattica a distanza (Dad) si è rivelato prezioso per dare continuità all’attività formativa in tempo di emergenza Covid e per implementare la formazione permanente, fruibile online. Accanto alla didattica in presenza, che resta la forma prioritaria per gli studenti ordinari, si è aperto un fronte nuovo per raggiungere alcune categorie di persone (nel mondo pastorale e del lavoro, nelle clausure…). La Facoltà e gli Istituti intendono consolidarequesta modalità di erogazione della formazione, anche in forza della recente Istruzione emanata dalla Congregazione per l’educazione cattolica, che prevede di introdurre strutturalmente la Dad, con una rimodulazione della proposta formativa.

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