The Economy of Francesco. «Noi giovani siamo il presente, non il futuro»
«Sentinella, quanto manca al giorno? Sentinella, quanto resta della notte? Risponde la sentinella: il mattino viene, ma è ancora notte! Se volete domandate, chiedete, tornate e domandate ancora».
L’incontro 2022 di Economy of Francesco, che si è svolto dal 22 al 24 settembre tra Santa Maria degli Angeli e Assisi, si è aperto così, con un potentissimo riferimento alla profezia con un passo di Isaia 21. Un forte richiamo per i mille giovani da più di cento Paesi del mondo a essere profetici e profeti nel mondo: il profeta è infatti “colui che sta”, che abita la notte, “dialogante” come la sentinella del brano di Isaia e che invita a chiedere e a domandare ancora, in attesa delle prime luci del giorno. E tante sono le voci e le storie dei ragazzi che abbiamo ascoltato in questi tre giorni, i quali già vivono e ci stanno parlando di una nuova economia. Sono storie di giovani donne e uomini di tutto il mondo, di economisti, imprenditori e attivisti che stanno costruendo “l’economia di Francesco” nelle proprie scuole e università, nelle imprese, nelle organizzazioni e nelle associazioni. Da questo evento è fiorito un messaggio centrale e che lo stesso papa Francesco ha sottolineato nel suo messaggio finale sabato mattina al teatro Lyrick: si tratta di trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni. Il papa ha saputo ben riassumere i desideri, i sogni e l’impegno di noi giovani e che riguarda la sostenibilità: una sostenibilità che non riguarda solo l’aspetto ambientale, ma anche sociale, relazionale e spirituale. Accanto a queste riflessioni, il papa ci ha lasciato tre indicazioni di percorso per proseguire con il nostro impegno. La prima: guardare il mondo con gli occhi dei più poveri, perché l’economia si potrà migliorare solo se sapremo guardare le cose dalla prospettiva delle vittime e degli scartati. Ma per fare questo, non possiamo limitarci a lavorare per loro, ma con loro. La seconda indicazione: non dimenticarci del lavoro, non dimenticarci dei lavoratori, poiché il lavoro è la grande sfida del nostro tempo e senza un lavoro degno e ben remunerato «i giovani non diventano veramente adulti e le diseguaglianze aumentano». La terza è l’incarnazione di ideali, desideri, valori che non possono rimanere tali, ma vanno tradotti in opere concrete, incarnate. Il momento culminante dell’incontro con il papa è stata la firma del “Patto” con i giovani di “The economy of Francesco”, rappresentati dalla giovanissima attivista thailandese Lilly. Nel documento ci impegniamo a costruire un’economia di oggi e di domani che diventi sempre più un’economia del Vangelo, a servizio della persona, della famiglia e della vita; che si prenda cura degli ultimi e del Creato; che combatta la miseria; un’economia che garantisca un lavoro sicuro e dignitoso per tutti, in cui la finanza sia alleata all’economia reale; un’economia che custodisca tutti i popoli e le loro tradizioni; amica della terra e di pace. Come ci ha ripetuto con forza il papa, vogliamo ricordarci e credere che «con l’aiuto di Dio, lo sapremo fare, lo possiamo fare». Nonostante le parole del santo padre risuonino profetiche e paragonabili a una fonte di acqua fresca in una terra arida e desertica, questi tre giorni sono stati composti anche da duro lavoro. Quello che il pubblico ha visto è l’aspetto festivo di “The economy of Francesco”. Tuttavia, le giornate, e serate, erano dense di progetti, conferenze e lavori di gruppo. Certo, eravamo allenati da due anni di lavoro virtuale, ma con il grande privilegio di vederci in persona, abbiamo approfittato di ogni minuto della giornata per approfondire le proposte già esistenti e prendere spunti per vagliare temi che possono essere sviluppati nei prossimi mesi. Nello specifico i lavori di questo terzo incontro di “The economy of Francesco” si sono svolti tra sessioni plenarie, workshops, lavori di gruppo nei dodici villaggi tematici, conferenze con accademici, changemakers e imprenditori di spessore, testimonianze e visite nei luoghi più significativi della vita di san Francesco, a cui appunto il nostro movimento si ispira. Quello che desideriamo, inoltre, annunciare è che il cambiamento dei paradigmi e del “si è sempre fatto così” non è caratterizzato solo da nuovi progetti come start-up, associazioni e fondazioni di ogni genere, ma dal lavoro quotidiano di ognuno di noi. Molti di noi sono già manager, imprenditrici e imprenditori che applicano i valori di “The economy of Francesco” nella loro realtà e quotidianità, lasciando pratiche che prevedevano un impatto più tecnico per far spazio a un approccio più umano. Allo stesso modo, i ricercatori stanno indirizzando i loro studi e le loro ricerche mettendo in discussione teorie economiche ormai superate, come il taylorismo, ma che sono ancora presenti nelle agende universitarie, per far posto a uno sviluppo integrale e più umano della materia economica e manageriale.
Quindi, il cambiamento derivato da “The economy of Francesco” è già iniziato, si sta facendo e si farà, sia verticalmente che orizzontalmente. Ci siamo lasciati, sapendo che il prossimo evento ufficiale sarà tra due anni, non si sa ancora dove. Nonostante ciò, molti gruppi, tra cui l’Hub Italia e i singoli villaggi, si troveranno prima per fare il punto della situazione, mossi dalla testimonianza che il cambiamento dei paradigmi economici e manageriali è già in azione.
Ludovica Montesanto e Diletta Pasqualotto
Von der Leyen: «Sostegno a Kiev e sanzioni a Putin»
«È una guerra anche contro l’Europa, i nostri valori, la nostra vita quotidiana». Le conseguenze del conflitto hanno attraversato il resto del discorso della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen sullo stato dell’Ue davanti al Parlamento europeo lo scorso 14 settembre. «Sostegno a Kiev, risposta alla Russia con le sanzioni, necessità di affrontare le pesanti ricadute economiche ed energetiche sui Ventisette».