Soli e inascoltati: i giovani milanesi durante il lockdown

Indagine su 500 studenti curata da Ats e Terre des Hommes. Hanno sentito la mancanza degli amici, dell'andare a scuola e del fare sport. Solo il 15,6% pensa che le loro esigenze siano state prese in considerazione durante l'emergenza Covid.

Soli e inascoltati: i giovani milanesi durante il lockdown

Si sono sentiti soli, anche se la convivenza in famiglia è andata bene. Hanno sentito la mancanza degli amici. Per quattro ragazzi su 10 la didattica a distanza è stata un problema, per mancanza di pc o tablet o perché nella stessa casa erano in troppi a doversi connettere, tra fratelli e genitori. È quanto emerge dall'indagine su oltre 500 studenti della città metropolitana di Milano condotta da Terre des Hommes e Ats. “La città metropolitana di Milano è stata una delle zone più colpite dall’emergenza Covid-19, per questo ci è sembrato importante capire l’impatto, soprattutto emotivo, che ha avuto sugli studenti” dichiara Manuela D’Andrea, responsabile del progetto Network Indifesa di Terre des Hommes in partnership con Associazione Kreattiva. Solo il 15,6% degli intervistati pensa che le loro esigenze siano state prese in considerazione in questo periodo di emergenza Covid.

Tre studenti su 4 si sono sentiti soli e la cosa che è mancata di più è vedere gli amici (81%), andare a scuola (45%) e fare sport (38,4%). La convivenza in famiglia è andata bene o molto bene per più di 8 ragazzi su 10. Ma tra chi ha risposto “male” (il 14%), quasi la metà lo ascrive al cattivo rapporto con i genitori e il 39% alla mancanza di privacy. Il 30% si lamenta degli spazi troppo stretti in casa e il 26% dei litigi tra i genitori. 6 ragazzi su 10 dicono di essersi sentiti stressati, quasi 1 su 3 è stato triste, ansioso o confuso. Non manca però chi si è sentito felice (14,2%), tranquillo (15,6%) e fiducioso (15,2%). La metà dei ragazzi e delle ragazze afferma che questa emergenza li ha resi più consapevoli di ciò che accade attorno, un quarto dice di sentirsi più maturo o responsabile. Il 20% invece non si sente cambiato. "Riteniamo queste risposte molto significative per comprendere meglio l'impatto emotivo che ha avuto questo periodo di lockdown sui nostri giovani -dichiara Nicola Iannacone, responsabile del programma Educapari di ATS Città Metropolitana di Milano - Questa fase di ascolto è particolarmente importante per riuscire a coinvolgere sempre più ragazzi del nostro territorio per una promozione attiva della salute. Tale lavoro rientra fra le attività previste nel protocollo d'intesa siglato con Terre des Hommes".

Sulla didattica a distanza, più del 10% afferma di non essere riuscito a seguire le lezioni a distanza e il 30% non è riuscito comunque a seguire tutte le lezioni. Spesso la condivisione forzata dei dispositivi ha ostacolato gli studenti, dato che il 18% degli intervistati non possiede un pc e tablet personale per seguire la didattica. A più di 6 ragazzi su 10 è mancato soprattutto il rapporto con i compagni, mentre solo il 12% ha menzionato la mancanza del rapporto con gli insegnanti. Docenti che per il 47% degli intervistati non erano adeguatamente preparati per offrire una DAD di qualità. Non solo, anche dal punto di vista umano, quasi la metà degli studenti milanesi sentono di non aver ricevuto dagli insegnanti il necessario aiuto a comprendere e vivere meglio un momento così particolare.

Ma cosa è cambiato per gli altri aspetti della vita quotidiana? Per un ragazzo su tre lo stare sempre a casa ha peggiorato la propria alimentazione, mentre il 25% circa la ritiene migliorata. Le serie e i film sono stati il passatempo più gettonato per sei ragazzi su 10, più della metà ha passato parte del suo tempo libero nelle chat e videocall con gli amici. La lunga permanenza sulla rete ha portato tre ragazzi su 10 a sentirsi più esposto ai pericoli online e la metà dei ragazzi ritiene che i fenomeni di cyberbullismo e sexting siano aumentati, anche se solo il quattro per cento dichiara di aver subito atti di cyberbullismo, trolling e sexting.

La chiusura ha significato per il 26% degli studenti la completa inattività fisica, mentre il 45,5% ha trovato nuovi modi (allenamenti online, tutorial, app) per fare sport. Il lockdown ha significato per molti la scoperta di nuovi hobby, spesso attività tradizionali che la frenesia del vivere cittadino aveva messo in secondo piano. Il 36% ha scoperto come nuovo hobby la cucina, il 18% la musica e 16,4% la lettura. 

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)