Sinodo: mons. Castellucci, “non ci saranno porte chiuse per nessuno”
“Non ci saranno porte chiuse per nessuno, ma gruppi aperti a tutti”. Così mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei, ha risposto ad una domanda sull’eventuale presenza, al Sinodo – che per la Chiesa italiana è già cominciato con l’Assemblea generale della Cei del maggio scorso – di comunità Lgbt.
“È auspicabile che in tutti i gruppi ci siano varie componenti, anche chi non si sente parte attiva della comunità o è fuori di essa”, ha spiegato il vescovo: “Dipenderà dall’ambiente o da chi vorrà aderire, la configurazione dei gruppi sarà decisa caso per caso. Non si parte con gruppi targati, ma aperti a tutti”. Il Sinodo indetto dal Papa sulla sinodalità si aprirà il 9 e 10 ottobre a Roma e il 17 ottobre nelle varie diocesi del mondo, ha ricordato Castellucci scandendone le tappe.
Il primo anno “sarà di ascolto a 360°, secondo le 10 tracce preparate dal Sinodo generale. “Da novembre a marzo si tratterà di convogliare il più possibile le persone, non solo quelle che partecipano assiduamente alla vita della comunità”, ha spiegato il vicepresidente della Cei: “Gli operatori pastorali saranno il punto di riferimento per gruppi sinodali nelle case, negli ambienti di cura, negli ospedali, nelle carceri, nelle caserme, …”. Nell’aprile del 2022 ogni diocesi raccoglierà il materiale in una sintesi da presentare alla Cei, che a sua volta presenterà una sintesi al Sinodo generale. Su questa base, nell’assemblea della Cei del 2022 “si dovranno scegliere alcune priorità per la Chiesa in Italia, come ci ha chiesto il Papa a Firenze”, ha reso noto Castellucci. Anche il 2022-2023 sarà un anno di ascolto sempre in stile narrativo, in cui ci si confronterà sulle tre o quattro priorità scelte dalla Chiesa italiana sulla base della consultazione del primo anno.
Nell’anno pastorale 2023-204 partirà la seconda fase “sapienziale”, cioè di lettura e di approfondimento del materiale raccolto, “per individuare quali proposte creative il ‘fiuto del popolo di Dio’ fa a tutta la Chiesa”. Il 2025 sarà infine l’anno della terza fase “profetica”, durante il quale ci sarà “una grande convocazione nazionale in forma partecipativa e orientativa”, che prevede il voto su alcune proposizione maturate in questi anni. L’approdo, ha concluso Castellucci, sarà “qualche scelta coraggiosa per la Chiesa italiana”, che fino alla fine del decennio lavorerà per riconsegnare all’intero popolo di Dio un documento.