Se il Risorto ti cambia la vita. Il percorso delle storie di Pasqua
Corrono a più non possono. I primi discepoli di fronte al sepolcro vuoto e alle parole dell'angelo non si tengono. Corrono a perdi fiato, per avvisare tutti che Gesù non è più morto, è risorto.
L'impossibile è avvenuto. La vita che vince la morte. Mai le "regole" erano state infrante in un modo così potente. I cristiani credono in un Dio che sovverte la stessa natura umana, tutti muoiono, ma dopo la morte ecco la Vita.
La resurrezione è così: crederci è difficilissimo, ma se ci credi la tua vita cambia. E lo testimoniano le persone, le famiglie, le comunità di cui questa settimana raccontiamo la storia in queste prime pagine della Difesa.
C'è chi ha scelto il battesimo da grande, chi nella pandemia ha scommesso tutto sulla preghiera (per gli altri prima che per sé), chi trae la forza dal Cielo per seguire ogni giorno, dopo 32 anni, una figlia disabile e oggi cerca lavoro. Ma c'è anche una comunità di suore, fortemente colpite dal Covid, che ne sono venute fuori perché "insieme".
C'è una famiglia che ha stretto ancora di più la propria relazione con amici e le proprie parrocchie, nel nome di Antonio, il santo a cui hanno costruito un capitello in pieno lockdown. E infine c'è l'invito del francescano Ireneo a passare dal sepolcro del Venerdì santo, dove tanto ci sentiamo al sicuro, alla mattina di Pasqua, quando correre tocca a noi, per annunciare il Dio della vita.
Pasqua significa passaggio. Passare da una condizione all'altra a volte è complesso, altre è obbligato. In ogni caso è arricchente. Aiuta ad avvicinarci sempre più alla parte migliore di noi stessi.